LIDL HA CHIUSO TUTTI I DISCOUNT E SI STA BUTTANDO SUI SUPERMERCATI DI QUALITA' (NON E' UNA BURLA, IL PRIMO APRILE E' GIA' PASSATO)

LIDL HA CHIUSO TUTTI I DISCOUNT E SI STA BUTTANDO SUI SUPERMERCATI DI QUALITA' (NON E' UNA BURLA, IL PRIMO APRILE E' GIA' PASSATO)
Confesso che stavo assaporando il dolce non far niente sul divano di casa il giorno di Pasqua, mentre fuori continuava a piovere a dirotto, quando alla TV sono comparsi una mela di montagna, seguita dal Grana Padano e, infine, dal Prosciutto di Parma, immortalati nei tre gesti caratteristici per questi prodotti: la raccolta, la marchiatura e la prova d'ago. Fin qui niente di strano, ma - da addetto - una domanda mi ha destato dal torpore: come mai insieme? Per quale iniziativa? Vuoi vedere che Farinetti è arrivato anche in TV? Pochi secondi per svelare il mistero: nulla di tutto questo, è LIDL - il discounter tedesco - che con la coccarda italiana in bella vista promuove i suoi negozi. Per la verità, senza audio - come richiede una pennichella pomeridiana che si rispetti - non ho capito molto di più. La cosa mi è apparsa particolare ma, fuori servizio, il torpore ha ripreso il sopravvento ed è finita lì. Solo dopo cena, quando anche il volume funzionava e ho rivisto lo spot, allora, grazie all'audio, ho capito. I tre prodotti rappresentano tre aspetti della qualità: l'amore, la distinguibilità e il controllo, che anche LIDL sposa invitando i consumatori a non cambiare stile di vita ma a cambiare supermercato. Avete letto bene, supermercato non discount, perché il messaggio non è diretto a chi va già al discount ma a quelli che non ci vanno, portando come motivazione prodotti di grande qualità ma a prezzi più giusti. Un'offensiva senza precedenti nel nostro Paese, anche se già ampiamente praticata in Germania e in Inghilterra, che inasprirà la già dura battaglia fra le insegne. Vedendo il numero di passaggi programmati il giorno dopo – il lunedì di Pasquetta - ho dedotto che si tratta certo di una campagna d'impatto, a occhio direi con più contatti, tecnicamente si chiamano GRP, di tante delle campagne che la produzione ortofrutticola nazionale costruisce. Per questo ieri ha provato a sondare se qualche consorzio di tutela delle principali DOP e IGP ortofrutticole fosse stato contattato per capire come mai prosciutti e formaggi hanno un nome e la frutta no. Mi auguro di non essere riuscito a contattare chi era stato a sua volta contattato da LIDL, poiché quelli con cui ho parlato non ne sapevano nulla e si domandavano a loro volta chi avesse rifiutato.
Certo che se LIDL non ha voluto le denominazioni simbolo della nostra ortofrutticoltura preferendo l'anonimato e, quindi, nessuno ha rifiutato, viene da chiedersi davvero se si sia speso bene tempo e denaro per costruire il primato che vantiamo nello scenario europeo delle DOP e IGP ortofrutticole. Scrivo "bene" e non "invano", per evitare malintesi, perché credo si possa fare un buon lavoro con le denominazioni geografiche ma non con l'attuale assetto, salvo rari casi che costituiscono l'eccezione che conferma la regola. Se qualcuno è stato contattato e vuole chiarire le ragioni del rifiuto siamo come sempre a disposizione; parimenti, se LIDL ha qualche elemento da sottolineare saremo ben felici di ospitare un suo intervento sul tema. Quello che di certo osserveremo nel prossimo futuro con il nostro Monitor Ortofrutta sarà come reagiranno i consumatori italiani a questo cambio di paradigma di LIDL: da discount a supermercato di qualità. E su questo consigliamo anche a tutti i nostri lettori della produzione e della distribuzione di prestare la massima attenzione cominciando con un'attenta visione dello spot qui sotto.



Roberto Della Casa