ASSEMBLEA COLDIRETTI, MARINI FA IL PUNTO SULLE PRINCIPALI SFIDE DEL SETTORE: DOBBIAMO AVERE IL CORAGGIO DI CAMBIARE

ASSEMBLEA COLDIRETTI, MARINI FA IL PUNTO SULLE PRINCIPALI SFIDE DEL SETTORE: DOBBIAMO AVERE IL CORAGGIO DI CAMBIARE
Ieri l'Assemblea Nazionale di Coldiretti si è aperta con due messaggi importanti, il primo del Pontefice Papa Francesco ed il secondo del Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano che attraverso le loro parole hanno affermato il ruolo importante dell'agricoltura nella difesa del nostro territorio, nel garantire un ambiente sano e vivibile per tutti e per la crescita economica grazie al ruolo identitario che l'agricoltura ha nella nostra Nazione.
In Assemblea sono emersi, però, anche dati allarmanti per il settore agroalimentare: a raccontarli il Presidente di Coldiretti Sergio Marini, che sottolinea come marchi storici del settore agroalimentare italiano siano passati in mano straniera. "E' una storia che inizia da lontano, si è partiti con i grandi produttori di olio italiano, Sasso, Carapelli, Bertolli acquistati dal gruppo spagnolo SOS, per arrivare ai salumi Fiorucci, alla Galbani fino alle più recenti acquisizioni della Star, di Fattorie Scandalose, di Parmalat. Tutti marchi che hanno accompagnato la storia italiana dagli anni '60 ai nostri giorni e che hanno segnato la crescita economica del nostro Paese".
Il settore agroalimentare tuttavia è quello che meglio sta reagendo alla crisi, facendo segnare risultati positivi nell'export come nessun altro settore riesce a fare. L'agroalimentare ha un valore importante e riconosciuto all'estero tanto da divenire terreno di conquista. Gli ultimi acquisti sono quanto mai significativi, è passata in mano cinese un'azienda agricola del Gallo Nero nel Chianti e la Riso Scotti è per il 25% spagnola.
L'agroalimentare italiano vale 34 miliardi di euro, ma il falso agroalimentare Made in Italy vale 60 miliardi di euro, una sottrazione importante di valore economico per i produttori onesti e una sottrazione di sicurezza alimentare per tutti i consumatori. L'agricoltura è il primo anello di questa catena che evidentemente crea un valore importante per l'economia italiana.
L'agricoltura è fatta dai coltivatori che ogni giorno svolgono un importante e attento lavoro di preservazione del territorio, del nostro paesaggio che, insieme al cibo rappresenta un patrimonio nazionale che ci viene riconosciuto in tutto il mondo e che spinge gli stranieri a venire nel nostro Paese e ad investire. I prodotti, gli alimenti, il territorio, il paesaggio vanno riconosciuti come beni comuni e difesi perché diventino la nostra forza per il rilancio economico.
Riconoscere il valore dell'agricoltore significa lavorare per una più equa distribuzione economica, significa riconoscere nei prodotti agricoli, non solo la materia prima destinata all'industria alimentare ma il prodotto alimentare che garantisce la tracciabilità, sicurezza alimentare, vicinanza tra consumatori e produttori. In tal senso va la bella iniziativa di Iper che insieme a Coldiretti ha realizzato "Voi" la linea di Valore di Origine Italiano, che, come ha spiegato il Direttore Generale del Gruppo Iper, Stefano Albertazzi "vuole essere una garanzia di qualità e sicurezza: prodotti italiani, fatti in Italia e con materie prime solo italiane". Una tracciabilità di tutta la filiera produttiva a difesa dei consumatori italiani (8 su 10 cercano prodotti nostrani) e a tutela dei produttori.
I prodotti alimentari non possono essere il frutto dell'industria alimentare che produce secondo logiche di interesse economico e di riduzione dei costi ma deve tornare ad essere frutto della terra che arriva ai consumatori senza troppi passaggi e grandi trasporti che fanno lievitare i costi e abbattono il valore del cibo.
"Bisogna iniziare ad avere il coraggio di cambiare" è l'appello che viene dal Presidente Marini per affermare una nuova visione che premi l'agricoltura italiana. "Raccogliere gli interessi del nostro territorio per tradurli in leve competitive. Il modello di sviluppo deve venire dal recupero di quello che siamo ed abbiamo come italiani".
La produzione agricola e alimentare italiana è fatta di biodiversità, di tipicità che sono le ricchezze del nostro Paese. Costituiscono il bene comune nazionale, per questo deve essere tutelato il produttore agricolo che, non solo produce cibo, il bene più prezioso, ma è anche colui che vive di agricoltura che produce quei prodotti unici che costituiscono il nostro valore competitivo. L'agricoltore deve essere quindi sostenuto perché è interesse dello Stato proteggere le piccole realtà produttive di qualità e tipicità.
All'assemblea erano presenti quattro ministri: il Ministro delle Attività Produttive Zanonato, il Ministro della Salute Lorenzin, il Ministro dell'Ambiente Orlando e il Ministro dell'Agricoltura De Girolamo. Un segnale importante che mostra quanto la politica cominci a vedere nell'agricoltura un settore economico importante su cui puntare. I temi trattati nei diversi interventi hanno spaziato dalla ricerca di un'alleanza tra ambiente e agricoltura necessaria per difendere il nostro territorio, per premiare le bellezze artistiche e paesaggistiche ma anche per difendere la nostra biodiversità quindi dicendo no agli OGM. La lotta al consumo di suolo deve essere il primo obiettivo. Una costrizione dell'espansione urbanistica è necessaria in quanto prima causa di degrado del paesaggio. Il Ministro dell'Agricoltura De Girolamo ha evidenziato la necessità che i finanziamenti della PAC vadano ai veri agricoltori e la necessità che l'Italia inizi a credere nelle proprie risorse e si faccia sentire in Europa nell'affermare la libertà di difendere le proprie caratteristiche produttive e la propria vocazione.

Per un maggiore approfondimento dei temi dell'assemblea Clicca Qui



Fonte: linkiesta