RISCALDAMENTO GLOBALE O NUOVE GLACIAZIONI SENZA MEZZE STAGIONI? ANCHE SENZA RISPOSTA L’ORTOFRUTTICOLTURA SPECIALIZZATA HA BISOGNO DI REAGIRE E ESSERE ATTIVA

RISCALDAMENTO GLOBALE O NUOVE GLACIAZIONI SENZA MEZZE STAGIONI? ANCHE SENZA RISPOSTA L’ORTOFRUTTICOLTURA SPECIALIZZATA HA BISOGNO DI REAGIRE E ESSERE ATTIVA
Sebbene i climatologi ci invitino a guardare con maggiore distacco le singole situazioni metereologiche e a non trarre troppe conclusioni affrettate sull’evoluzione del clima delle nostre aree temperate, devo confessarvi che rimanere sabato scorso un’ora al riparo di un tendone per scampare alla furia della grandine mi ha dato modo di concentrare l’attenzione su quanto è accaduto in questi ultimi mesi e fare alcune considerazioni. Riprendendo poi qualche articolo che avevo conservato sull’evoluzione degli indicatori climatici, ho ritrovato, in effetti, che la primavera appena conclusa è stata si particolare ma aveva avuto analoghi andamenti anche nel ’91 e nel ’56 e che, nel complesso, nell’ultimo secolo le temperature medie nell’area del Mediterraneo sono aumentate di 1,4 gradi, il doppio rispetto al resto del mondo, seppure il 2009 sia stato l’anno delle maggiori precipitazioni nevose nelle Alpi Orientali degli ultimi cento anni. Piove anche meno, però i temporali sono più violenti e concentrati. Di questo, sabato, me ne sono reso conto di persona.
Gli effetti di queste modificazioni climatiche, vere o presunte che siano, sono però reali e devastanti sulla nostra agricoltura, ortofrutticoltura su tutte, con bollettini di guerra che riempiono le pagine della nostra newsletter, quella di oggi inclusa. Finché le produzioni ortofrutticole erano gestite in aziende diretto coltivatrici con orientamento produttivo misto e non si era arrivati agli attuali livelli di specializzazione, accompagnati da incremento della superficie aziendale proprio a carico dei più bravi, questi eventi erano nefasti ma più sopportabili proprio per la diversificazione colturale e l’internalizzazione del costo del lavoro. Ora, proprio a causa della maggior specializzazione, non più. Occorre pensare di più e con più determinazione su come proteggere le nostre colture, prima di tutto in modo attivo, poiché occorre presidiare i mercati, e poi passivamente, e non solo assicurando i raccolti ma anche i redditi, poiché gli investimenti per fare ortofrutticoltura specializzata sono ingenti e richiedono remunerazione continua.
Ma non è solo un problema di offerta, occorre anche lavorare sulla domanda per renderla meno meteopatica. Se non riusciamo a rendere meno legato alla temperatura il consumo di frutta estiva vi è il rischio di avere esubero di offerta anche solo perché non c’è afa o perché la coltre nuvolosa oscura il sole. Qui il lavoro si fa più difficile perché occorre tracciare nuove strade impostando strategie di marketing fino ad oggi non praticate. Si tratta, però, di un lavoro altrettanto indispensabile mano a mano che avremo un’ortofrutticoltura protetta, a sua volta necessaria per garantire il ritorno agli investimenti richiesti.
Roberto Della Casa