STEFANO PEZZO, CHERRY PASSION: CAMPAGNA IN ANTICIPO DI 15 GIORNI, INIZIO IN SORDINA. LA SOLUZIONE? PRODURRE AL COPERTO

STEFANO PEZZO, CHERRY PASSION: CAMPAGNA IN ANTICIPO DI 15 GIORNI, INIZIO IN SORDINA. LA SOLUZIONE? PRODURRE AL COPERTO
Aldinucci - Con Stefano Pezzo, direttore commerciale di Cherry Passion, facciamo il punto sulla campagna  produttiva delle ciliegie nel veronese in queste primissime battute.

Pezzo - La stagione non è iniziata nel migliore dei modi, le piogge hanno penalizzato la Bigarreau anche se in maniera meno pesante rispetto ad altri areali quali ad esempio la Puglia. Nulla di drammatico, insomma, ma sicuramente l’inizio è un po’ in sordina. Il decorso delle varietà a polpe dure si presenta in maniera positiva, prevediamo di iniziare la commercializzazione per la fine di questa settimana. Le condizioni climatiche che lasciavano presagire un anticipo dei raccolti di un mese circa si sono modificate e le notti fredde degli ultimi giorni hanno gradualmente “normalizzato” la situazione per cui l’anticipo medio si è ridotto a 10-15 giorni.
La qualità della ciliegia veronese, al momento, sembra buona e i quantitativi abbondanti: speriamo non ci siano brutte sorprese legate alle condizioni climatiche. Prematuro, invece, parlare di pezzatura, così come di prezzi. La produzione di ciliegie nel Veneto, stando ai dati 2012, è di 16 mila tonnellate e interessa 2.700 ettari.


 
Aldinucci - Come si compone il vostro paniere varietale? Cosa attendersi dai principali Paesi competitor?

Pezzo - Il nostro punto di forza sono le varietà dure (Duroni more e Ferrovia) che trattiamo con Hydro-cooling per aumentare la shelf life affinché possano raggiungere anche i mercati del Nord Europa.
Quanto ai competitor, Turchia, Grecia e soprattutto Spagna si presentano agguerriti; i “rivali” dell’Italia beneficiano di sistemi di coltivazione diversi, stanno spingendo per fare più prodotto possibile al coperto, grazie anche a contributi Ue, mentre da noi il frutto viene coltivato in campo aperto con tutti i rischi che ne conseguono. Spagna e Turchia, inoltre, riescono a esprimere una maggiore organizzazione e aggregazione che risulta determinante per commercializzare all’estero.
Per la cerasicoltura italiana sarebbe in ogni caso importante approfondire lo studio sulle varietà che si possono produrre al coperto e puntare in questa direzione, anche avvalendosi di sostegni comunitari, per avere certezza di produzione e di continuità. Questo è il futuro. Altrimenti rischiamo di lasciare spazio a Paesi molto meno vocati del nostro, come Germania e Inghilterra, bravi a produrre ciliegie in ambiente protetto.

Mirko Aldinucci

editor
mirko@italiafruit.net

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