Kaki, Apofruit: produzione in calo ma interesse crescente

L'analisi di Bastoni: ampi margini di sviluppo sul mercato interno, una chance per i produttori

Kaki, Apofruit: produzione in calo ma interesse crescente
Una produzione commercializzabile in calo dell’8-10%  rispetto alla scorsa stagione, con frutti dalla pezzatura leggermente più grande; prezzi e vendite sostanzialmente stabili, ma ampi margini di crescita, sul mercato italiano, sia nei volumi che nei consumi. Ilenio Bastoni "inquadra" così l’avvio di stagione del kaki “targato” Apofruit e le prospettive di sviluppo.

Raccolto inferiore al 2013, prezzi e consumi tengono

“Il raccolto è leggermente inferiore a quello del 2013, circa 25.000 quintali, a causa della cascola e delle grandinate che hanno colpito l’Emilia Romagna”, spiega a Italiafruit News il direttore generale dell’importante impresa cooperativa. “A tre settimane dall’avvio della campagna di commercializzazione del kako “tipo”, che proviene interamente da soci emiliano romagnoli, le quotazioni sono in linea con quelle di dodici mesi fa, con un lieve calo negli ultimi giorni. Per la tipologia “Rosso brillante”, che vale un terzo circa della nostra produzione complessiva e si differenzia per il colore particolarmente acceso e la polpa più consistente, riscontriamo un crescente apprezzamento da parte del mercato. Il kako di questa varietà viene venduto sfuso e bollinato come fosse una mela ed è valorizzato dal nostro brand Solarelli che interessa il 50% circa del commercializzato. La quota di pertinenza dell’Emilia Romagna, in questo caso, si aggira attorno al 90%”.


Una coltura con buone potenzialità

“A prescindere dall’analisi dell’avvio di stagione - prosegue Bastoni - va detto che il kako ha regalato negli scorsi anni buone soddisfazioni ai produttori e può essere considerato un’opzione interessante per rinnovare il panorama frutticolo nell’ottica di perseguire una maggiore redditività: è un frutto  semplice da gestire, che non ha esigenze e problematiche specifiche. Per molte aziende agricole emiliano-romagnole resta una coltura marginale, la produzione “strutturata” è in mano a poche imprese e nei prossimi anni, a causa dell’età media elevata degli impianti, i volumi caleranno; prevedibili dunque condizioni favorevoli, dal punto di vista commerciale”. Per il manager di Apofruit Italia, in definitiva, “il mercato interno ha grandi potenzialità; si possono sviluppare volumi interessanti”.

Sui Mercati all'ingrosso con Solarelli

Marginale, al momento, la quota export italiana in generale e di Apofruit nello specifico: solo il 15% circa del kako “tipo” della cooperativa, per il quale tra l'altro è stata lanciata una confezione con coperchio rigido per facilitare la gestione sul punto vendita, viene avviato Oltralpe con destinazione Svizzera. Per quanto riguarda i canali di riferimento, se il frutto tradizionale viene destinato interamente alla grande distribuzione il “Rosso brillante”, attraverso il marchio Solarelli  raggiunge anche i Mercati all’ingrosso.

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