Rapporto Qualivita Ismea: Dop e Igp sono un traino

Rapporto Qualivita Ismea: Dop e Igp sono un traino
Un volume prodotto pari a 1,27 milioni di tonnellate, di cui oltre un terzo esportato per un valore pari a circa 2,4 miliardi di euro in aumento del 5% su base annua; un fatturato alla produzione di 6,6 miliardi di euro e al consumo di circa di 13 miliardi di euro. L'Italia rimane leader mondiale del comparto per numero di produzioni certificate, con 269 prodotti iscritti nel registro Ue, di cui 161 DOP, 106 IGP, 2 STG. Un comparto che garantisce la qualità anche attraverso i 120 Consorzi di tutela riconosciuti dal MIPAAF, 48 Organismi di Certificazione autorizzati, per un complessivo numero di oltre 60.600 visite ispettive e 75.700 controlli analitici (campione di 150 prodotti).

Questi i numeri principali del rapporto Ismea Qualivita presentato ieri a Roma alla presenza del Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina.

"Il sistema italiano dei prodotti agroalimentari a denominazione protetta - ha spiegato Ezio Castiglione, presidente di Ismea - mantiene un buono stato di salute. L'export, ancora in crescita sostenuta, resta tuttavia l'unico elemento trainante. Continua invece a drenare fatturato il mercato interno, anche se i consumi, in una situazione quest'anno un po' meno critica, stanno tendendo gradualmente a stabilizzarsi. Il più 5% delle vendite all'estero - ha proseguito Castiglione - conferma il successo del Brand Italia oltre confine, dove gli spazi di crescita restano ampi e incoraggianti. Sfruttare i potenziali significa però agire con maggiore determinazione sulle leve aziendali, in particolare sulla competitività, in un mercato reso nel frattempo più trasparente dal Pacchetto Qualità che, con la protezione 'ex officio', impone agli Stati Ue la tutela delle denominazioni d'origine contro i falsi. Cruciale sarà anche l'esito dei negoziati nell'ambito dell'accordo bilaterale con gli Usa. L'inserimento della tutela dei marchi di origine tra i punti fondamentali della trattativa rappresenta un importante passo in avanti, bisognerà adesso tradurlo nei testi attuativi."

Passando ad analizzare i valori di mercato, si osserva un giro di affari potenziale di 13 miliardi di euro di fatturato al consumo - di cui 9 registrati sul mercato nazionale - e di 6,6 miliardi di euro di fatturato alla produzione - di cui 2,4 miliardi sono il fatturato all'export alla dogana (+ 5%). Osservando il fatturato alla produzione generato dai singoli prodotti, si continua a rilevare una forte concentrazione dei valori su poche denominazioni. Nel 2013 le prime dieci DOP IGP assommano infatti all'81% del fatturato. Inoltre si registra per questo valore un calo dell'1,7%, generatosi a causa esclusivamente della flessione del mercato interno (-5,2%) che sconta ancora le conseguenze della crisi dei consumi. Per lo stesso motivo, il fatturato al consumo sul mercato nazionale registra una flessione del 3,8%.

Continua ad essere sempre asimmetrico il peso sul totale in termini di numero di denominazioni e di fatturato per alcuni comparti (come gli ortofrutticoli e gli oli di oliva). Tale asimmetria deriva dal fatto che, nonostante il grande numero di riconoscimenti, soltanto poche denominazioni sviluppano apprezzabili valori di mercato, mentre la gran parte dei prodotti realizzano fatturati estremamente limitati.

Nel 2013, si evince dal rapporto Ismea Qualivita, la produzione certificata nel suo complesso - pari a 1,27 milioni di tonnellate - è diminuita del 2,7%, con un calo importante per ortofrutta e cereali (-7%).

I prodotti ortofrutticoli, pur avendo un peso in termini di fatturati molto lontano dai due comparti leader nell'ambito delle DOP e IGP (circa del 7%, una percentuale molto bassa, considerando soprattutto l'ingente numero di prodotti registrati), figurano al terzo posto nella graduatoria dei valori di mercato.

Lo scorso anno la produzione certificata è cresciuta di oltre il 7% dopo la sostanziale stabilità registrata nel 2011 e il forte incremento del 2010. Tale tendenza è stata determinata soprattutto dal nuovo incremento produttivo registrato dalla Mela Val di Non (+14,7%), ma anche dai volumi certificati quasi raddoppiati dell'Arancia Rossa di Sicilia. Discreti incrementi si registrano anche per la Patata di Bologna, il Pomodoro di Pachino e l'Arancia di Ribera che nel secondo anno di certificazione è giunta ad una produzione di 3.428 tonnellate dalle 934 del 2011.

Il comparto in esame ha realizzato nel 2012 un fatturato alla produzione di circa 470 milioni di euro (di cui 165 realizzati sui mercati esteri) e di 658 milioni al consumo sul mercato nazionale.

Anche questo comparto è fortemente concentrato. Le due principali mele - Mela Val di Non e Mela Alto Adige - coprono in termini di fatturato alla produzione quasi l'80% del valore complessivo, i primi cinque prodotti l'87% e i primi dieci il 93,5%. Queste percentuali tuttavia risultano in calo rispetto al 2011, cosa che testimonia la crescita proporzionalmente maggiore di denominazioni relativamente con volumi meno importanti.

Nel 2013 l'Italia ha registrato 3 nuovi prodotti ortofrutticoli, di cui 1 DOP e 2 IGP: Mela Rossa Cuneo IGP, Ficodindia di San Cono DOP e Melone Mantovano IGP.

La sintesi del rapporto è scaricabile sulla pagina web delI'Ismea

Fonte: Ismea