Perde colpi l'export italiano in Germania

Dossier Cso: -2% in volume e -9% in valore nei primi 10 mesi del 2014. Giù pomacee e pesche

Perde colpi l'export italiano in Germania
Cala in volume (-2%) e soprattutto in valore (-9%) l’export di ortofrutta italiana in Germania nei primi dieci mesi del 2014.  E’ quanto emerge da un dossier del Cso pubblicato alla vigilia di Fruit Logistica. La Germania rimane il principale partner commerciale dell’Italia: assorbe mediamente circa il 30% dell’export italiano di ortofrutta, un volume di 1,1 milioni di tonnellate. Un trend stabile negli ultimi anni, anche se a inizio millennio ben il 40% dell’export totale ortofrutticolo tricolore era destinato al mercato tedesco.
Il valore del prodotto esportato in Germania è sostanzialmente stabile: poco oltre un miliardo di euro, il 30-35% del valore totale dell'export nazionale.

Escludendo gli agrumi, le più rilevanti specie frutticole che dall’Italia giungono normalmente sulle tavole dei consumatori tedeschi sono nell’ordine mele, pesche e nettarine, uva, kiwi e pere: insieme rappresentano il 90% del totale della frutta fresca italiana esportata sul mercato tedesco in termini di quantità, ma nel 2013 sono scese all’82%. Appaiono tutte in calo eccetto l’uva che mantiene volumi più costanti.

Tra i prodotti che seguono in classifica appaiono in incremento le spedizioni di susine (ormai stabilmente sopra le 160.000 tonnellate annue) e albicocche (sopra le 110.000 tonnellate annue sia nel 2012 che nel 2014), mentre sono pressoché costanti, ad eccezione del 2014, le movimentazioni di fragole.


Mele, la Germania ne importa sempre meno

Le importazioni di mele da parte della Germania continuano a calare; da volumi superiori alle
600.000 tonnellate nel 2007/2009 si scende negli anni successivi a poco oltre le 500.000 (2012/2013). L’Italia è tra i Paesi che hanno risentito di questa diminuzione; negli anni più recenti la quota è scesa sotto il 40% del totale importato dalla Germania, contro il 40-45% di qualche anno prima. I quantitativi sono in flessione anche per le mele provenienti dall’Olanda (in parte riesportazioni), oggi attorno al 21-22% del totale del mercato tedesco. In deciso incremento il prodotto in arrivo dalla vicina Polonia (il 10% nel 2013 e nei primi mesi 2014). In calo al contrario la merce in arrivo dal Belgio (oggi al 7/8%). Tendenzialmente costanti i quantitativi importati dalla Francia (il 10% del totale) ed Austria (5%) .

Stabili le importazioni di pesche, Italia sempre peggio

Le importazioni di pesche e nettarine della Germania in generale si mantengono stazionarie, con oltre 280.000 tonnellate annue nell’ultimo quinquennio. Anche il 2014 potrebbe confermare questi volumi subendo solo una lievissima riduzione (-3% nel confronto gennaio-ottobre 2014/2013). L’Italia nel 2013 ha perso la leadership tra i fornitori tedeschi in favore della Spagna. Durante la stagione 2014 il divario appare ulteriormente ampliato. Da quasi 150.000 tonnellate inviate dall’Italia nel 2007 si è scesi nel 2014 a circa 100.000 (da una quota superiore al 50% si scende al 43% nel 2013 ed al 34% del 2014). Si è progressivamente rafforzata la presenza di prodotto spagnolo, passato dal 30% del 2007 al 60% del 2014, con volumi in espansione, da circa 80.000 tonnellate ad oltre 160.000. In contrazione l’import di origine francese sceso al 3%; giù anche la Grecia (1%).

Uva, l'Italia mantiene la leadership

Appaiono in discesa le importazioni tedesche di uva da tavola, nonostante la ripresa a poco oltre le 300.000 tonnellate nel 2013. L’Italia è ancora il principale fornitore, con quantitativi variabili tra le 100.000 e le 125.000 tonnellate, corrispondenti ad una quota variabile tra il 33% ed il 37% del totale. Negli anni Duemila sono incrementate le importazioni di uva da tavola dall’Olanda (fino a superare le 100.000 tonnellate con quote anche superiori al 30%), frutto di riesportazioni. La Grecia si mantiene stabile al terzo posto con una quota attorno al 10%, mentre risulta in crescita la presenza della Spagna, con volumi simili a quelli greci.


Calano gli acquisti di kiwi e pere

Le importazioni tedesche di kiwi sembrano in marcata riduzione rispetto a qualche anno fa. L’Italia è il principale fornitore; recentemente i quantitativi destinati alla Germania si pongono fra le 60.000 e le 70.000 tonnellate, pari al 60% ed oltre del complesso importato; seguono a notevole distanza le spedizioni in arrivo dal Belgio (prodotto neozelandese in controstagione) con quote scese da circa il 30% a poco più del 20%. Costante, con una quota appena sotto il 10%, il prodotto in arrivo dall’Olanda (di origine cilena), mentre incrementa quello greco salito al 5-7% negli ultimi anni ed è stabile quello francese poco sotto il 4%.

Le importazioni totali di pere in Germania tendono nel complesso a flettere, attestandosi
mediamente sulle 150.000 tonnellate nell’ultimo biennio 2012/2013. Le pere italiane sono circa 60.000 tonnellate annue, ma sembra flettere la quota di mercato con valori compresi tra il 40% ed il 35%; cresce di contro l’import dall’Olanda, variando dal 30 al 40% del totale a seconda delle annate. In aumento pure il prodotto di origine spagnola salito fino al 10% a scapito del prodotto belga. Costante il prodotto in arrivo dal Sud Africa (circa il 5% annuo) mentre le altre origini rappresentano quote variabili tra il 2 ed il 3%.

Ortaggi italiani: patate in flessione, bene finocchi e zucchine

Tra i prodotti orticoli esportati dall’Italia con destinazione Germania, troviamo le insalate, i pomodori, i cavoli, le carote ed i cavolfiori. Questi prodotti rappresentavano nel 2007 quasi il 70% in quantità dell’export orticolo italiano verso la Germania, mentre nel 2013 scendono attorno al 55%. Le patate (escluse da questa aggregazione) risultano fortemente ridimensionate nel passaggio dal 2007 al 2013: da circa 130.000 tonnellate annue a poco più di 70.000 tonnellate. Significativa la contrazione dei volumi per molte delle referenze mentre tra i prodotti non citati appaiono in incremento i finocchi e le zucchine.

Il report completo è disponibile sul sito internet del Cso: www.csoservizi.com

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