Export alimentare a 50 miliardi nel 2020? Per Sace si può

Export alimentare a 50 miliardi nel 2020? Per Sace si può
Il made in Italy alimentare può centrare l'obiettivo di 50 miliardi di export entro il 2020 a cui punta l'industria alimentare nazionale e il governo; in particolare "concentrandoci su 10 prodotti agroalimentari di punta e su 10 geografie particolarmente rilevanti per ognuno di essi, sarebbe possibile incrementare l'export oltre 7 miliardi entro il 2018, arrivando già a quota 40 miliardi". E' quanto evidenza uno studio di Sace, nel sottolineare che quasi il 70% di questo maggior export deriverebbe dalle vendite verso i mercati europei, in particolare in Regno Unito, Germania, Francia e, in termini di prodotti, vino, conserve e olio di oliva rappresenterebbero il 50% dell'export aggiuntivo.

L'Italia ha una quota di mercato mondiale nell'agroalimentare del 3,1%, in linea con quella spagnola - osserva l'indagine Sace - ma inferiore alle quote degli altri competitor (comprese tra il 4,6% della Cina e il 10,3% degli Stati Uniti).

Selezionando i dieci comparti di punta del nostro export agroalimentare (che rappresentano il 57% delle esportazioni 'agrifood' italiane), i risultati sono però molto eterogenei a seconda dei settori e comparti, con picchi di eccellenza per la pasta (37,5%), l'olio d'oliva (25%) e i vini (19,3%). L'Italia risulta inoltre ben posizionata anche in comparti "meno noti", quali la frutta fresca (specialmente mele e pere), salumi e insaccati, formaggi e latticini e industria conserviera.

Tuttavia, a eccezione del comparto della pasta, dove il nostro Paese è indiscusso leader mondiale - conclude il rapporto Sace - negli altri settori di punta dell'agribusiness Made in Italy avvertiamo la concorrenza di altri paesi meno noti nell'arena internazionale per la qualità dei loro prodotti alimentari.

La Germania ha quote più alte nei comparti di formaggi e latticini, salumi/insaccati e caffè, Stati Uniti e Cina nell'industria conserviera e nella frutta fresca, mentre la competizione con la Francia sul vino e con la Spagna sull'olio è storia dell'ultimo decennio.

Fonte: Ansa