Stop alla fame nel mondo con il doppio dei soldi per l'Expo

I dati Fao, le critiche di Caparròs, la battuta di Petrini: tanti padiglioni, pochi contenuti

Stop alla fame nel mondo con il doppio dei soldi per l'Expo
L'Esposizione Universale di Milano "è un controsenso: francamente a me sembra una beffa crudele che si possa utilizzare una gigantesca fiera del business, per discutere della tragedia di un miliardo di esseri umani. Sono proprio i Paesi presenti all'Expo i responsabili di questa vergogna". Non usa mezzi termini lo scrittore e saggista argentino Martìn Caparròs per commentare l'Esposizione Universale di Milano.
Caparròs è stato intervistato dalla giornalista de la Repubblica Maria Novella De Luca. Un botta e risposta pubblicato nell'edizione di mercoledì del quotidiano che – a nostro modesto avviso – offre spunti rilevanti per affrontare democraticamente uno dei temi chiave dell'Expo: nutrire quella parte del mondo che non ha nulla da mangiare. Per poterlo fare, secondo le stime della FAO, sarebbero necessari ogni anno circa il doppio dei miliardi spesi per l'Expo.

Da qui la domanda, lecita, dello scrittore: "C'era bisogno di spendere tutti quei soldi (ndr, 12 miliardi di euro) per discutere della fame nel mondo?". Forse, dice, avrebbe avuto più senso destinare un simile ammontare a programmi di aiuti per i Paesi più affamati del pianeta (Niger, Madagascar, India, Sudamerica, ecc.) che lo stesso Caparròs racconta nel suo nuovo saggio "La Fame", edito da Einaudi. Miliardi che "avrebbero cambiato più di un destino" sottolinea lo scrittore. Miliardi che le nazioni più ricche del mondo non dovrebbero fare nemmeno troppa fatica a recuperare e ridistribuire.

Il giusto modello, come sempre, dovrebbe partire dall'alto della società mondiale e quindi dai potenti politici e industriali, come ad esempio Bill Gates, fondatore e presidente onorario della Microsoft che può contare su un patrimonio di oltre 60 miliardi di euro. Dal 2000 Gates è impegnato nella Fondazione Bill & Melinda Gates, organizzazione umanitaria privata che si occupa di combattere alcune malattie come l'AIDS soprattutto nel Terzo mondo. Non me ne vogliano le altre persone, ma in questi giorni (ndr, il 19 maggio si è tenuto a Milano il convegno internazionale della "Global Alliance for the future of food", un raduno di grandi fondazioni mondiali impegnate nel campo dell'alimentazione, a cominciare da quella di Bill & Melinda Gates) avrei una gran voglia di vedere una foto di Bill che insieme ad altri "paperoni" attenti all'umanità passeggiano per i Padiglioni all'Expo. Loro sì che possono davvero giocare un ruolo chiave nella lotta alla fame e attenuare le critiche ai contenuti che, negli ultimi giorni, sono arrivate anche da Carlo Petrini di Slow Food: "Sono tutti venuti a vendere, tanti padiglioni, pochi contenuti...".

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