Drosophila Suzukii nemico numero uno delle ciliegie

Nel 2014 spesi fino a mile euro in più a ettaro per combattere il moscerino

Drosophila Suzukii nemico numero uno delle ciliegie
E' un'autentica pestilenza per la coltura del ciliegio: la Drosophila Suzukii, volgarmente detto moscerino cinese, è il nemico numero uno da combattere per gli imprenditori agricoli che prevalentemente puntano sul ciliegio. "Abbiamo fatto una stima dei danni causati dall'insetto nel 2014 – racconta Stefano Caruso (nella foto), tecnico del Consorzio fitosanitario di Modena -. Dati precisi non ce ne sono e grazie al monitoraggio il danno diretto al raccolto è stato limitato, ma abbiamo stimato che l'anno scorso i costi di produzione per i trattamenti e per l'eliminazione dei residui sono aumentati di circa 700/1000 euro per ettaro".

Il Consorzio fitosanitario di Modena partecipa, assieme ad altre realtà come le Università di Bologna, Milano, Modena, Torino e Parma, al tavolo tecnico interregionale (Emilia Romagna, Trentino Alto Adige, Lombardia e Veneto) di confronto e monitoraggio sulla Drosophila Suzukii. "Quest'anno – aggiunge ancora Caruso – siamo moderatamente preoccupati. L'inverno mite ha reso possibile la sopravvivenza di molti esemplari e in primavera ci siamo ritrovati con una presenza di ovodeposizioni inferiore a quella del 2014, ma la presenza c'è".

Caratteristiche dell'insetto

E' piccolissimo, praticamente invisibile a occhio nudo, è arrivato dall'Himalaya in Italia nel 2009, attacca il frutto poco prima della raccolta, quando già maturo, deponendo le uova al suo interno e facendolo marcire in tempi rapidissimi. Non colpisce solo il ciliegio, ma anche frutti di bosco o, in alcuni casi, albicocchi e peschi, predilige comunque i frutti rossi, come le ciliege appunto. C'è chi nel 2014 ha dovuto rinunciare a metà raccolto e chi, visti i danni degli anni precedenti, ha deciso di agire proteggendo il frutteto con reti dalle maglie strettissime in modo da impedire l'ingresso degli insetti.

Come difendersi
Se la miglior difesa è l'attacco, ecco che le reti possono ridurre le probabilità di infestazione, di certo con l'arrivo della Drosophila Suzukii si sono resi necessari molti trattamenti in più rispetto a prima, con insetticidi specifici. Il Consorzio fitosanitario di Modena, assieme alle altre realtà che partecipano al tavolo tecnico interregionale, sta poi operando con monitoraggi continui, attraverso il posizionamento di trappole, in modo da allertare tempestivamente gli imprenditori agricoli attraverso bollettini settimanali. Diversi i tipi di trappole: trappole per il monitoraggio, con una miscela composta da aceto di mele e zucchero e trappole per la cattura massiva degli adulti. Per quanto riguarda invece il futuro, l'unica speranza è riuscire a individuare un parassitoide già presente in Italia che possa fare da predatore contro la Drosophila Suzukii.



Autore: Barbara Righini   

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