Dalla distribuzione

Non è più... la terra dei kaki: prezzi bassi nei Mercati, produttori in difficoltà

Eccesso di offerta, domanda debole: listini ingenerosi soprattutto per la varietà tradizionale

Ne abbiamo già parlato qualche settimana fa (cliccare qui per leggere), quando abbiamo raccontato il caso del produttore cesenate che piuttosto che conferire i suoi kaki per 20 centesimi al chilo ha preferito vendere il prodotto "a casa" e donare il ricavato alla ricerca contro il cancro. Un gesto ammirevole, non c'è che dire, mentre dal 20 ottobre ad oggi la situazione prezzi per i produttori non è cambiata, anzi.

I problemi riguardano sopratutto i kaki tradizionali e girovagando tra gli stand dei principali Mercati ortofrutticoli d'Italia si nota un'offerta molto elevata e una difficoltà da parte dei venditori nel piazzare il prodotto prima che questo si guasti. Alcuni operatori dell'Ortomercato di Milano sottolineano come i kaki tradizionali, a differenza del "mela", deperiscano più velocemente e mentre nel giorno di scarico si riescono a spuntare prezzi tra 1,10 e 1,20 euro al chilo per il prodotto top, il giorno seguente i prezzi precipitano a 0,70 o 0,80 centesimi. Anche sul Mercato di Torino la situazione è la medesima con i tradizionali che oscillano tra gli 0,70 e 1 euro al chilo, mentre il "mela" spagnolo Persimon è stabile intorno a 1 euro al chilo. Il listino ufficiale di Infomercati, inoltre, evidenzia situazioni di ulteriore criticità per il tradizionale a Verona e Roma dove alcune partite vengono scambiate a 60 centesimi al chilo.

Gli addetti ai lavori attendono il raccolto italiano della varietà a polpa soda Rojo Brillante ma il mercato appare saturo per la presenza concomitante del prodotto nazionale e di quello spagnolo. L'impressione generale sui Mercati all'ingrosso è che, ancora una volta, ci sia troppo prodotto con una domanda debole mentre l'agricoltore ha difficoltà nel coprire i costi di produzione.

Copyright 2015 Italiafruit News