«Uva da tavola, serve una cura anti-spreco»

La ricetta di Nicola Giuliano per tornare competitivi

«Uva da tavola, serve una cura anti-spreco»
“Dal campo allo scaffale, dobbiamo essere capaci di non sprecare niente”. Si riassume così la ricetta di Nicola Giuliano per aggiustare i conti dell’uva da tavola in una stagione che vede le produzioni italiane penalizzate dalla forte concorrenza di Spagna, Grecia e Turchia.

“Il mercato è vivace – spiega a Italiafruit News il produttore ed esportatore di Rutigliano, nel Barese – ma sono i prezzi che non sono soddisfacenti. E, dato che non potremo mai essere competitivi sul fronte dei costi, dobbiamo per forza concentrarci sulla qualità. Il che significa, anche, massima protezione degli impianti per evitare i danni da grandinate e piogge torrenziali, attenta lavorazione, sicurezza e, aggiungerei, maggiore cura nello scaffale”.



Proprio questo è l’argomento “spinoso” per quanto riguarda la vendita, in generale, di frutta e verdura al supermercato. “Nel caso dell’uva da tavola – prosegue Giuliano - non è solo un problema di formazione degli addetti e di vendita assistita. Come accade anche alle banane, i grappoli subiscono in modo evidente i danni dovuti alla manipolazione; per questo motivo negli Stati Uniti la vendita del prodotto sfuso è proibita, riducendo in modo incisivo gli scarti”.



E ancora. “In alcuni test condotti in supermercati Edeka, in Germania, abbiamo provveduto noi fornitori ad allestire il reparto. Ebbene, con la nostra esperienza e conoscenza del prodotto, le vendite di uva sono aumentate del 50%”. Insomma, secondo l’imprenditore pugliese, per l’Italia la “guerra” non è ancora persa: è nel momento delle difficoltà che diamo il meglio. Ne sanno qualcosa i nostri frutticoltori.

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