Italia-Usa, transit time raddoppiato in un decennio

Italia-Usa, transit time raddoppiato in un decennio
"In dieci anni il transit time delle portacontainer di linea fra Italia e Stati Uniti è raddoppiato", afferma Celso Paganini, presidente e proprietario della società di trading ortofrutticolo Porto Pavino e fondatore del marchio BellaVita. Il rallentamento dei tempi di navigazione è conseguenza delle strategie messe in campo dalle compagnie marittime per ridurre i noli e combattere la loro feroce guerra commerciale. Che non fa vittime soltanto fra i carrier, ma che rischia di affossare un'intera filiera, importantissima per l'Italia, come quella dell'ortofrutta.
È questo il segnale di allarme lanciato da Paganini.

Per contro, il trader sottolinea le potenzialità di crescita di questo settore. Porto Pavino commercializza negli Stati Uniti le maggiori produzioni italiane, come mele, pere, uva, castagne, arance ed è specializzato soprattutto in kiwi. Vengono esportati prodotti di alta qualità che sfruttano il favore che accoglie il brand Italia negli Stati Uniti. "Oggi - racconta - l'Italia esporta sull'East Coast 35 mila tonnellate di kiwi, ma ha la potenzialità per arrivare a 122 mila".

I prodotti deperibili hanno bisogno di rapidi tempi di consegna e questo sta venendo a mancare proprio a causa delle strategie delle compagnie. "Otto anni fa esisteva un servizio da Gioia Tauro che impiegava 8 giorni, oggi quello da Genova ne impiega 15. Raddoppiare il transit time su una rotta - spiega Paganini - significa ridurre a un quinto le esportazioni. E poi con 8 giorni potrei esportare i broccoli e i cavolfiori, con 15 no. E ho maggiori limiti anche per gli agrumi".

Eppure le potenzialità per crescere ci sono. Intorno all'East Coast vivono circa 200 milioni di persone, ma la produzione di ortofrutta statunitense è concentrata soprattutto sulla West Coast. "Il 99 per cento delle pere, ad esempio, viene da Oregon e California. Ma il trasporto dalla West Coast via terra è più costoso di 15-20 centesimi al chilo rispetto a quello via mare dall'Italia, nonostante che l'industria del trasporto dall'Italia non sia ancora ben sviluppata".

Secondo Paganini le compagnie non hanno ancora investito a sufficienza sullo sviluppo del settore refrigerato, offrendo tecnologie e servizi adeguati. Esistono nuove tecnologie per conservare meglio la frutta, ma richiedono ancora test e investimenti che le compagnie non fanno. "I sistemi refrigerati sono vecchi di trent'anni. Esistono metodi come la refrigerazione passiva o l'atmosfera controllata, ma sono poco diffusi. Le compagnie non hanno capito che occorre investire".

Fonte: www.themeditelegraph.it