Cimice asiatica, così la ricerca accelera nella lotta bio

Roversi (Crea Firenze): ora testeremo l'efficacia dell'antagonista anche nelle aziende agricole

Cimice asiatica, così la ricerca accelera nella lotta bio
Nell’arco di un anno, da quando ha ricevuto l’incarico di individuare soluzioni sostenibili per ristabilire l’equilibrio ecologico degli agroecosistemi invasi dalla Cimice asiatica (Halyomorpha halys), il Centro “Difesa e Certificazione” del Crea di Firenze, può dirsi relativamente soddisfatto.
Perché i ricercatori hanno individuato un parassitoide (Ooencyrtus telenomicida) che, in effetti, ha tutte le potenzialità per essere uno strumento di difesa efficace: è una specie autoctona, della quale sono già state testate le metodiche di allevamento, ed è in grado di attaccare anche le uova di Halyomorpha.

Ooencyrtus telenomicida si sviluppa dentro le uova di Halyomorpha e attacca in modo efficace la cimice - spiega Pio Federico Roversi, ricercatore del Crea e coordinatore del progetto finanziato dal ministero delle Politiche agricole – E non finisce qui. Il microimenottero non solo attacca le uova ma, all’interno dell’uovo stesso, si nutre di ciò che trova, allo stadio larvale o, anche, di cimice già formata. Un altro aspetto interessante, è che da ogni uovo di cimice nascono più antagonisti”. Il che ovviamente è importante, perché significa che può moltiplicarsi in modo più consistente delle proprie prede.

Dopo le prove in laboratorio, sono anche stati condotti i primi test in alcuni frutteti del Modenese, con il supporto del Servizio fitosanitario dell’Emilia Romagna. “Era importante – prosegue Roversi – valutare l’insetto anche in un sistema complesso come può essere un frutteto e i risultati sono stati positivi. Ooencyrtus telenomicida trova e uccide le cimici non solo in laboratorio”.

Ora ci sono due tipi di indagine da portare avanti. “Da un lato – osserva il ricercatore del Crea di Firenze – dobbiamo completare i test di laboratorio per capire quante femmine dell’antagonista naturale servono per parassitizzare il 100% delle ovature presenti; dall’altro lato, bisogna rapportare tutto alle dimensioni di un’azienda agricola. Con il Servizio fitosanitario dell’Emilia Romagna, tra la primavera e l’estate del 2017, provvederemo pertanto al lancio di varie migliaia di parassitoidi per valutare anche quanti individui siano necessari per il controllo delle cimici”.


Antagonisti naturali pronti per essere lanciati in campo

“In base ai risultati delle prove condotte in Emilia Romagna – conclude Roversi – si deciderà se passare alla produzione massale di Ooencyrtus telenomicida per la diffusione anche nelle altre regioni infestate dalla cimice asiatica”.

Da parte sua, Tiziano Galassi del Servizio fitosanitario dell'Emilia Romagna dichiara a Italiafruit News: “Le potenzialità dell’insetto sono acclarate, ora bisogna trasformarle in realtà. Cioè in uno strumento operativo efficace che, insieme agli altri (dalle reti ai prodotti chimici, ndr) possa incidere sul contenimento in campo di Halyomorpha halys che, non è un segreto, ci preoccupa molto”.

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