Lotta a parassiti alieni, serve una deroga alle tecniche bio

Roversi (Crea Firenze): «Italia ancora al palo nell'applicazione della direttiva Habitat»

Lotta a parassiti alieni, serve una deroga alle tecniche bio
Nell’ambito del recepimento della direttiva Ue sull’habitat per la protezione degli ambienti naturali, che vieta di introdurre liberamente in natura specie aliene, è necessario ottenere deroghe per la lotta biologica.
E' l'opinione che Pio Federico Roversi, ricercatore del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria) “Difesa e Certificazione” di Firenze, ha espresso l’ottobre scorso anche in Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati, durante la discussione di alcune risoluzioni sulle misure di contrasto alla diffusione di fitopatie.
"In modo che, per le specie per le quali non si riescono a trovare antagonisti naturali sul nostro territorio, si possa arrivare a interventi di contrasto biologico, secondo un percorso autorizzativo severo e attento”.

“Il sistema agroambientale e forestale italiano - spiega Roversi - deve poter ricorrere a quel metodo per cui, quando arriva una specie esotica dannosa, si possono andare a ricercare nei luoghi di origine della specie in questione eventuali antagonisti naturali e testarli, non solo con prove di efficacia ma anche con analisi di rischio. Questo perché, quando li importiamo per fare un lavoro, vogliamo che servano a quello e che non facciano più danni di quelli che dovrebbero controllare”.

“Questo lavoro – continua Roversi - è stato fatto e approvato a livello internazionale sulla cimice dei pinoli. Però è ancora tutto bloccato perché l'Italia, nel recepimento della direttiva Ue Habitat, dove ha sottolineato l'importanza di non introdurre liberamente specie aliene, dovrebbe aggiungere una specifica che riguarda i percorsi in deroga per la lotta biologica”.

Insomma, se con la direttiva Ue Habitat (92/43/Cee) l’importazione di antagonisti naturali in Europa è già restrittiva (con l’obbligo della quarantena e della Pra - Pest risk analysis), in Italia è praticamente impossibile. Proprio perché nel recepimento della Direttiva il Decreto del Presidente della Repubblica 12 marzo 2003 n. 120 ha inserito senza possibilità di deroghe un divieto assoluto. Ossia di “effettuare in Italia interventi di Lotta biologica classica per contenere specie aliene nocive ai sistemi agroforestali e ambientali mediante l’introduzione di antagonisti naturali dai territori di origine delle specie dannose accidentalmente introdotte sul territorio nazionale”.

“La mancanza di una specifica legislazione per l’attuazione di interventi di lotta biologica classica - osserva Roversi - pone l’Italia a rischio di gravi danni ambientali conseguenti all’intensificarsi di introduzioni accidentali di insetti e altri organismi dannosi”. Insomma, oltre il danno (entrata di avversità), la beffa rappresentata dall'impossibilità di difendersi con tecniche bio.

Tutto questo, ovviamente, impatta sulle attività di ricerca e sperimentazione, aggravando ulteriormente la situazione italiana. Per esempio, nel caso della lotta alla Drosphila, mentre i nostri ricercatori di fatto sono “bloccati”, in Svizzera e in Francia, grazie al progetto comunitario DroPsa, sono già stati introdotti Asobara japonica (Giappone), Ganaspis Brasiliensis (Giappone, Cina) e Leptopilina japonica (Cina), tre parassitoidi larvali, originari dei Paesi asiatici, che risultano più specifici e efficienti di Trichopria drosophilae (parassitoide pupale).
Ma lo stesso accade anche per Halyomorpha halys, la cimice asiatica: se a livello internazionale, negli Stati Uniti, promette bene Trissolcus japonicus, noi in Italia non possiamo né introdurlo, né studiarlo.

Ebbene, la necessità di modificare il Dpr n. 120 è stata colta, ma lo schema di Decreto redatto dall’Ufficio legislativo del ministero dell’Ambiente è da circa un anno in discussione alla Conferenza Stato-Città e autonomie locali, unificata con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato le Regioni e le province autonome di Trento e Bolzano. E siamo ancora in attesa della firma.

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