Nergi, la campagna del baby frutto ai nastri di partenza

In Piemonte è partita la raccolta. Per il futuro si pensa a un prodotto trasformato

Nergi, la campagna del baby frutto ai nastri di partenza
Da una decina di giorni è iniziata in Piemonte la raccolta del Nergi e la nuova produzione del baby frutto multivitaminico, di cui è commestibile anche la buccia, si può già trovare in commercio. La campagna è partita un po' in anticipo per il caldo ma, come spiega Domenico Paschetta, presidente dell'Organizzazione di produttori Ortofruit Italia di Saluzzo (Cuneo), che ha l'esclusiva del prodotto, il Nergi quest'anno si presenta particolarmente dolce.



“I nostri impianti cominciano ad entrare in produzione, anche se siamo ancora lontani dall'essere a regime – dice il numero uno dell'Op – Abbiamo impiantato circa 80 ettari, di cui una ventina sono produttivi. Il nostro programma continua e arriveremo a 100 ettari nel 2020. Come volumi quest'anno ci attesteremo tra le 200 e le 300 tonnellate, ma una volta a regime ci stabilizzeremo sulle 1.200”.



La campagna del Nergi è breve, dura un paio di mesi e il frutto si può trovare sino a novembre. “I parametri qualitativi in campagna rispondono bene – prosegue Paschetta – ci aspettiamo una buona stagione: il nostro pedoclima si sta confermando particolarmente adatto per questa coltura. Il prodotto arriva al consumatore maturo, pronto da mangiare. E la risposta del mercato è buona, i consumatori apprezzano Nergi sia per il gusto che per le sue caratteristiche nutritive. E' ricco di vitamina C, di potassio, magnesio e altri elementi utili: è un frutto ideale per gli sportivi e per i bambini”.

La Gdo italiana ed estera assorbe tutta la produzione di Nergi. Ortofruit Italia esporta anche in Germania, Inghilterra e nei Paesi scandinavi e, grazie all'accordo con Mediterraneo Group (clicca qui per leggere la notizia), si sono aperte nuove opportunità commerciali, soprattutto al Centro e Sud Italia.



La breve finestra commerciale sta spingendo l'Op piemontese a nuovi ragionamenti. “Stiamo lavorando per avere un prodotto trasformato in modo da ampliare il periodo di consumo del Nergi – anticipa il presidente – quando saremo a regime con i volumi produttivi vogliamo farci trovare pronti con un prodotto alternativo al solo fresco”.

Anche tra i produttori l'interesse per Nergi è crescente. “I contatti non mancano, ma abbiamo un accordo blindato sui cento ettari – commenta Paschetta – L'interesse è dovuto anche alle difficoltà che si riscontrano su colture più tradizionali come pesche e kiwi. Al 2020 faremo un bilancio di come sono andate le cose e vedremo come svilupparci”.



Accanto a Nergi corre un altro progetto di diversificazione produttiva da parte di Ortofruit Italia, quello che riguarda i mirtilli e i piccoli frutti. Anche questo percorso ha come orizzonte il 2020. “Stiamo concludendo la campagna del mirtillo, mentre siamo nel pieno di quella di more e lamponi. Pur essendo un segmento di nicchia – riprende il presidente - c'è molta soddisfazione e l'interesse è crescente. Con i mirtilli, dal nostro nucleo storico di piccoli produttori, in questa fase stiamo sviluppando una progettazione in pianura per aumentare i volumi. Stiamo esportando in tutta Europa, in Inghilterra e nei Paesi nordici c'è un mercato maturo, ma siamo fiduciosi anche sul mercato interno: in Italia i consumi di piccoli frutti sono ancora bassi – conclude Paschetta - c'è quindi tanto spazio per crescere”.

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