Casalasco, una ripartenza per il pomodoro Made in Italy

Il Consorzio acquista il brand De Rica. Martina: «Adesso origine in etichetta»

Casalasco, una ripartenza per il pomodoro Made in Italy
Il Consorzio Casalasco del Pomodoro, leader in Italia nella coltivazione e trasformazione del pomodoro, e Generale Conserve Spa (seconda azienda del mercato del tonno con un fatturato netto di circa 156 milioni di euro) hanno siglato l’accordo definitivo per l'acquisto del marchio De Rica da parte di Casalasco.

“De Rica - dichiara Costantino Vaia, direttore generale del Consorzio Casalasco – è un marchio storico italiano che s’identifica perfettamente in quelli che sono i nostri valori aziendali. Tradizione, origine, legame con il territorio e alta qualità dei prodotti saranno gli elementi distintivi su cui punteremo per rafforzare ulteriormente la nostra presenza nella fascia alta del mercato dei derivati del pomodoro, già presidiata col marchio Pomì”.

“Con questa acquisizione la Cooperativa valorizzerà ulteriormente il prodotto dei propri soci, dimostrando ancora una volta una visione lungimirante – aggiunge Paolo Voltini, presidente del Consorzio Casalasco - Un bell’esempio di come il mondo agricolo italiano investe per crescere e rafforzare la propria filiera, a tutela delle proprie aziende e dei consumatori”.

De Rica gode di grande notorietà e copertura distributiva in Italia come in vari Paesi esteri e, grazie all’acquisizione, resterà un marchio italiano.
Le reazioni alla notizia insistono su due punti in particolare: innanzitutto, l’operazione riporta il brand nella zona originaria di produzione e, altrettanto rilevante, decreta il passaggio di un altro importante marchio italiano direttamente in mano al mondo agricolo cooperativo.
Il Consorzio Casalasco, ora, con i marchi Pomì e De Rica (e un fatturato di 230 milioni di euro) è la prima filiera italiana nella coltivazione e trasformazione in polpe, passate e concentrati che permette alle 550mila tonnellate di pomodoro fresco raccolte esclusivamente in Italia, tra le province di Cremona, Parma, Piacenza e Mantova, di essere trasformate ed esportate in 60 Paesi nel mondo.

“Siamo al lavoro col ministro Calenda per estendere anche ai prodotti derivati dal pomodoro l'etichettatura obbligatoria dell'origine delle materie prime, come fatto con latte, pasta e riso. Un impegno che confermiamo davanti a un’operazione importante per la filiera con l'unione dei marchi Pomi e De Rica – è il commento del ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina - L'esperienza del Consorzio Casalasco del pomodoro può rendere ancora più forte e riconoscibile nel mondo questa produzione di qualità. Andiamo avanti nel lavoro di tutela delle filiere Made in Italy e di valorizzazione del lavoro dei nostri produttori agricoli".

“La nascita del gruppo leader in polpe, passati e sughi di pomodoro in Italia con i marchi Pomì e De Rica in mano agli agricoltori è la riscossa della vera cooperazione espressione di una filiera tutta italiana con un forte legame col proprio territorio d’origine”. E’ quanto afferma Ue.Coop l’Unione europea delle cooperative sottolineando come l’operazione porti valore all’economia e al lavoro, puntando sulla centralità dei soci e del territorio in cui operano.
“Il marchio De Rica insieme a Pomì diventa - conclude Ue.coop - un patrimonio della vera cooperazione per valorizzare il pomodoro italiano, rafforzando la filiera agricola nazionale e garantendo al consumatore di poter utilizzare un prodotto sano, coltivato e prodotto interamente nel nostro Paese”.

Concetti evidenziati anche da Giorgio Mercuri, presidente dell’Alleanza delle cooperative agroalimentari: “Accogliamo con soddisfazione la notizia che lo storico marchio di pomodoro De Rica torni nella sua zona originaria di produzione. L’operazione segna anche un rafforzamento del comparto del pomodoro da industria Made in Italy cooperativo, che da oggi vede un altro prestigioso brand aggiungersi agli altri importanti già esistenti come Cirio, Valfrutta e Pomì. Il sistema cooperativo, da sempre impegnato nella valorizzazione del prodotto dei propri soci, ribadirà con maggiore forza la necessità di procedere con l’obbligo dell’indicazione d’origine in etichetta per tutti i derivati del pomodoro”.

“Si ferma lo shopping straniero nell’agroalimentare italiano. Dopo tre marchi storici su quattro finiti all’estero, con la perdita di autonomia e di competitività sui mercati internazionali in uno dei settori strategici del Made in Italy”. E’ la posizione della Coldiretti che esprime apprezzamento per la nascita del gigante italiano del pomodoro. “Con questa operazione si realizza una svolta nella costruzione di una filiera agricola tutta italiana che vede direttamente protagonisti gli agricoltori per garantire quel legame con il territorio che ha consentito ai grandi marchi di raggiungere traguardi prestigiosi”, dice il presidente, Roberto Moncalvo. Che continua: “Nell’agroalimentare la svendita di marchi italiani all’estero ha spesso significato lo svuotamento finanziario delle società acquisite, la delocalizzazione della produzione per chiusura di stabilimenti e gli acquisti delle materie prime all’estero con perdita di occupazione”.

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