Brand, pack speciali, vendita a cespo, export: sfida alta gamma per il radicchio

Ieri convegno con Coop, Eataly, Cso. E poi premi a De Sica, Altan, Piraccini

Brand, pack speciali, vendita a cespo, export: sfida alta gamma per il radicchio
Giornata speciale, quella di ieri, per il radicchio, protagonista di un convegno su dinamiche di filiera e prospettive nel corso della mattinata e del premio Radicchio d’oro, giunto alla 19esima edizione, nel pomeriggio e in serata.

Il convegno di ieri a Zero Branco (Treviso), coinciso con l’avvio ufficiale della stagione del “Tardivo Igp”, ha sottolineato la necessità di puntare alto: “Non è sulla quantità né sul prezzo che si gioca la battaglia del radicchio di Treviso – la sintesi di Paolo Manzan, presidente del Consorzio di Tutela – Abbiamo l’opportunità di valorizzare al massimo il prodotto collocandolo della gamma più alta del mercato ortofrutticolo a livello mondiale”. Eloquenti i numeri presentati da Elisa Macchi del Cso Italy: “Nel 2017 in Italia si sono prodotte 234mila tonnellate di radicchi su 13.700 ettari, di cui 7.700, il 64% circa, coltivati in Veneto”. 



Un mercato da 60milioni di euro che, ha aggiunto Macchi “va in controtendenza rispetto al calo dei consumi ortofrutticoli: +7 il prezzo, +5% i consumi che corrispondono ad un +12% di spesa”. Ma se il radicchio piace agli italiani (e soprattutto alle famiglie venete che ne acquistano oltre cinque chili a stagione per una spesa media superiore ai 10 euro), il vero radicchio di Treviso Igp vale solo il 3% della quota venduta all’interno della grande distribuzione.



Ma c'è fermento: “Stiamo attuando – ha affermato Denis Susanna, direttore del Consorzio di Tutela - alcune importanti azioni di valorizzazione: una revisione del disciplinare sul fronte delle rese per ettaro per riconoscere le migliori tecniche agricole, un ampliamento dell’area di produzione e l'adeguamento del packaging”. Non solo: “stiamo portando avanti una grande operazione per il deposito del marchio Radicchio di Treviso anche nei Paesi extra Ue, Usa, Canada, Russia, Svizzera, Giappone, Australia”. Mentre è in fase ormai conclusiva l’approvazione del nuovo disciplinare per il Variegato di Castelfranco Ipg: fra sette giorni, il 21 novembre, il consiglio del Consorzio vedrà in deliberazione una proposta di allargamento dell’Igp ai territori di Castelfranco Veneto, Riese, Resana, Loreggia, San Zenone, Loria, Povegliano, Massanzago, Villanova di Camposampiero, Borgoricco e Santa Maria di Sala (tra le province di Treviso, Padova e Venezia), portando da 17 a 28 i Comuni dell’area storica.


Al convegno di ieri anche le testimonianze di due esponenti della distribuzione: “Da un anno il radicchio di Treviso Igp è stato valorizzato all’interno della nostra linea Fior Fiore che raccoglie il meglio della produzione tipica italiana – ha spiegato Giuseppe Iasella, Coop Italia – ed è stato un successo straordinario. Basti dire che il valore delle vendite di radicchi Igp in Coop è balzato in pochi mesi al 20% dei 13milioni totali. I produttori devono capire che si tratta di un patto con i consumatori che li impegna a garantire ogni giorno la qualità”. La penetrazione del prodotto anche sul mercato interno può migliorare ancora molto: oggi il 60% del prodotto è consumato nelle regioni del Nord.


 
“Il vostro prodotto è troppo delicato per la vendita self service e troppo pregiato per essere venduto in un banco indifferenziato – ha annotato Sergio Fessia, responsabile ortofrutta di Eataly – servono packaging adatti, capaci di raccontare la storia del prodotto, di mettere in evidenza il valore aggiunto”. Il responsabile ortofrutta del colosso creato da Oscar Farinetti è stato quasi provocatorio: il futuro, a suo dire, sarà il radicchio confezionato e marchiato singolarmente, cespo per cespo.

Arrivare con nuove e più accattivanti forme, più adatte alle moderne esigenze di consumo attraverso piccoli bauletti e vaschette, è una tendenza già in atto: “In questa stagione appena iniziata abbiamo già avuto richiesta per 400mila sigilli per confezioni da chilo e mezzo chilo – ha evidenziato Susanna – è evidente che i nostri produttori stanno rispondendo alle esigenze della Gdo per distinguere a prima vista l’Igp sugli scaffali dei supermercati. Perché il consumatore è pronto a spendere anche un po’ di più se ha certezza di qualità”.



Il radicchio di Treviso sarà il prodotto simbolo del prossimo Macfrut, fiera votata all’internazionalizzazione. Al convegno di Zero Branco era presente non a caso anche Federico Boscolo, di Royal Rose Cultiva azienda californiana che già produce radicchi su 1.700 ettari per il mercato statunitense che però guarda con interesse alla commercializzazione di radicchio di Treviso Made in Italy: “Il prodotto italiano ha un valore aggiunto straordinario per gli americani, siamo convinti che vi siano enormi potenzialità di sviluppo in questo mercato”.

RADICCHIO D'ORO A DE SICA, ALTAN, MOLLICA, PIRACCINI 

E dopo il convegno, serata di gala con la diciannovesima edizione del premio Radicchio d'oro, per la prima volta ospitato al teatro Accademico di Castelfranco Veneto, tappa che ha preceduto la "tradizionale" serata di gala all’hotel Fior, nello stesso comune trevigiano. Tra i premiati anche Renzo Piraccini, patron di Macfrut, che aveva presentato la rassegna in occasione del convegno mattutino e l’attore Christian De Sica.



Questo l’elenco completo delle categorie e dei premiati:
Segnalazioni dalla Terra Veneta: Giovanni Andrea Zanon (musica), Sammy Basso e Aiprosab Onlus (impegno civile)
Internazionalizzazione Radicchio di Treviso Igp: Renzo Piraccini
Enogastronomia: Antonello Colonna e Davide Paolini
Sport/Giornalismo: Carlo Sassi
Sport: Reyer Basket Venezia
Cultura/Informazione:  Vincenzo Mollica
Cultura/Spettacolo: Christian De Sica
Cultura: Francesco Tullio Altan
Premio Casatella Dop alla trevigianità: Giuseppe Da Re



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