Kiwi, produzione italiana ai minimi storici

Cso rivede le stime: Italia -20%, Veneto -45%, Piemonte e Lazio -30%

Kiwi, produzione italiana ai minimi storici
Un calo record: la produzione di kiwi della Penisola in questa stagione sarà inferiore di almeno il 20% rispetto alla scorsa campagna, che già era stata caratterizzata da una sensibile flessione sull'anno precedente. Tradotto in numeri, il dato assoluto si attesterebbe attorno ai 360mila tonnellate, qualcosa come 215mila tonnellate in meno del 2015/16. Cso Italy, in questi giorni, ha effettuato un aggiornamento della situazione produttiva e le verifiche effettuate portano alla luce una flessione dei raccolti ancor più consistente delle previsioni d'inizio campagna, diramate a fine settembre, che indicavano un -14% (cliccare qui per leggere). 

"Profondo rosso" in Veneto regione da cui proviene il 10% della produzione totale: il ridimensionamento stimato è pari al 45% rispetto al 2016. Si conferma poi un forte danno da gelo in Piemonte con un calo produttivo vicino al -30%, e in Lazio, dove ci si attende una flessione analoga. L'Emilia Romagna, complice soprattutto la siccità estiva che ha ostacolato il regolare sviluppo dei frutti, dovrebbe perdere un 10% sul 2016, mentre la prima stima evidenziava una produzione in linea con quella dell’anno passato.
  
Le produzioni del Sud Italia, che si presentano quest’anno più vicine alla norma dopo il deficit produttivo del 2016, sembrano compensare solo in parte le forti perdite nelle regioni del centro nord Italia. Sono ancora in corso diverse verifiche in alcune importanti regioni, ma l’attualizzazione delle stime produttive ad oggi porta a quantificare un calo produttivo a livello nazionale superiore al 20% rispetto all’anno precedente a fronte del 14% stimato originariamente.
 
A segnare il passo è soprattutto il kiwi verde che cede il 40% rispetto alla media del quadriennio 2013/16 e un -50% rispetto al potenziale del Paese. I dati definitivi, sottolinea Cso Italy, saranno disponibili entro i primi giorni di dicembre mentre a fine novembre si verificherà la situazione delle giacenze. Considerato il buon posizionamento del mercato in questo avvio di campagna, favorito dalla minor presenza sui mercati del prodotto proveniente dall’Emisfero Sud, l'impressione è che potrebbe esserci un ritmo di vendita più dinamico di quello degli anni passati.

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