La cimice asiatica spaventa anche il Veneto

In 400 al convegno di ieri a Verona. «Serve un centro regionale di sperimentazione»

La cimice asiatica spaventa anche il Veneto
Fa paura anche in Veneto la cimice asiatica. L’insetto onnivoro che dalla schiusa delle uova primaverile colpisce le produzioni agricole fino all'arrivo del freddo, è stato al centro ieri a Verona di un affollato convegno (circa 400 i presenti) focalizzato su biologia, ecologia ed esperienze di difesa.

L’incontro, organizzato dalla Camera di Commercio scaligera in collaborazione con le associazioni di categoria del mondo agricolo, si proponeva di divulgare informazioni e strumenti di difesa sull’infezione da cimice asiatica che sta mettendo a dura prova le principali cultivar in un territorio, quello veronese, che - è stato ricordato - rappresenta oltre il 60% della produzione ortofrutticola regionale ed esporta 570 milioni a fronte degli 865 milioni regionali. 

Come difendersi? La strategia di intervento deve agire su più fronti, tra difese attive, lotta integrata, e passive, reti anti insetto. Tanti gli spunti utili forniti fin dall’inizio dei lavori aperti dal direttore di Veneto Agricoltura, Alberto Negro. Sono intervenuti poi anche Mauro Boselli del Servizio Fitosanitario della Regione Emilia-Romagna sulle strategie di difesa per la lotta alla cimice e Stefano Caruso del Consorzio fitosanitario di Modena che ha presentato i metodi alternativi di lotta come l’utilizzo delle reti. Alberto Pozzebon dell’Università di Padova ha invece presentato la distribuzione, la dinamica della popolazione e l’impatto sulle colture.

"Mai come ora -  ha sottolineato Claudio Valente, componete di giunta dell'ente camerale di Verona - è necessario un centro regionale di studi e sperimentazione per l'ortofrutta. Non si può aspettare oltre”.

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