La crisi dei mercati rionali

Nel report «Magna Roma» numeri e analisi del declino. La ricetta di «Terra!» per il rilancio

La crisi dei mercati rionali
La crisi dei mercati rionali: "Terra! Onlus", associazione ambientalista, ha scattato la “fotografia” di un comparto strategico per la vendita di frutta e verdura oggi in difficoltà. I numeri dell’indagine condotta a Roma, capitale d’Italia e leader incontrastata per questa forma di vendita, sono eloquenti: il 20% circa dei banchi (un migliaio circa) risultano chiusi, mentre si sono ridotti a 120 i produttori diretti (il 2% del totale). Complessivamente, tra “coperti” e “plateatici”, i mercati di quartiere sono 127: 68 in una sede dedicata, 59 in sede "impropria” (per strada o in piazza) per un totale di circa cinquemila banchi. I dati sono aggiornati al 2015 ed è probabile che negli ultimi 23 mesi il quadro sia cambiato con un ulteriore ridimensionamento.

Nella città eterna 51 mercati sono gestiti direttamente dalle associazioni degli operatori, che si occupano della manutenzione ordinaria e per questo versano al Comune un canone ridotto al 20%. Nel 2017, tuttavia, sottolinea l’indagine, Roma Capitale ha deciso di alzare questa quota al 50%. Altro aspetto riportato nell'indagine è che l'ultimo bando di assegnazione risale al 2013. L'amministrazione, peraltro, è impegnata nella regolamentazione dei farmer's market con distanze minime dagli stessi mercati rionali (cliccare qui per leggere).



“I banchi chiudono, i mercati si svuotano e gli operatori soffocano tra le spire della burocrazia”, denuncia Terra! Onlus. Che accusa la politica di “guardare spegnersi i più importanti luoghi di incontro tra l’agricoltura laziale e i consumatori romani senza fare nulla”. Insomma, “stretti tra il crescente potere della grande distribuzione organizzata e il proliferare di piccoli negozi al dettaglio aperti fino a notte tarda, i mercati rionali della capitale rischiano di essere presto consegnati alla storia: serve ripensare la funzione sociale di questi luoghi, per metterli al centro di una strategia che punti a connettere più strettamente le zone agricole e quelle urbane, valorizzando i prodotti locali”.

"Magna Roma”, questo il nome del dossier, offre insomma uno spaccato delle forti criticità che affliggono il settore e sollecita investimenti pubblici per riqualificare le strutture, oltre che una strategia per valorizzare produzioni locali e coltivatori diretti. 

“L'ortofrutta acquistata nei mercati rionali - dice chiaramente Fabio Ciconte, direttore di Terra! - vanta maggiore qualità e freschezza rispetto ad altri canali di distribuzione. Un vantaggio che molte persone hanno dimenticato, ma che se adeguatamente comunicato può contribuire a invertire la rotta di un declino che oggi pare inesorabile”. Tra le proposte della Onlus, quella di rispolverare l’Albo dei produttori agricoli in vendita diretta, lanciato nel 2004 dall’Azienda romana mercati che censiva i produttori romani e valorizzava la loro presenza nei mercati con cartelli e striscioni ben visibili.  


E poi rilanciare la sperimentazione iniziata sempre in quegli anni sulla tracciabilità dei prodotti: “la scarsa trasparenza rende poco attrattivo il mercato rispetto al supermercato, dove almeno le indicazioni base vengono riportate in etichetta”.  

Nell'indagine completa, disponibile sul sito internet di Terra!, è possibile leggere alcune testimonianze di operatori. E' il caso di Michele, commerciante di ortofrutta al mercato rionale di Talenti da mezzo secolo: "Tutti i giorni mi sveglio la mattina all’alba per andare ai mercati generali di Albano Laziale dove compro tutta la verdura. La frutta, invece, la prendo al Car, ma solo la prima scelta. Le mie mele non hanno difetti. Un commerciante che sa fare il suo lavoro bada alla qualità più di qualunque supermercato". 

"La costruzione di una strategia alimentare urbana - conclude il report - può rappresentare un passo cruciale verso la conversione ad un’agricoltura etica ed ecologica, verso un lavoro agricolo meno precario, giustamente retribuito e più degno di considerazione sociale". 

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