Falconi: «Ecco cosa c'è da sapere sulla Pac post 2020»

Il 31 maggio a Roma il convegno di Italia Ortofrutta per rendere più competitive le Op

Falconi: «Ecco cosa c'è da sapere sulla Pac post 2020»
Il prossimo 31 maggio, nell’ambito della sua assemblea annuale, l'Unione nazionale Italia Ortofrutta promuove il convegno “Le Organizzazioni di produttori ortofrutticoli nella Pac post 2020”. Italiafruit News ne parla con il direttore Vincenzo Falconi.

Direttore, perché questo argomento, tutto sommato ostico e apparentemente distante dalle scelte quotidiane delle aziende?
Perché le decisioni a sostegno della nostra agricoltura, e dell’ortofrutta in particolare, dipendono sempre più dalle scelte europee. E, in questa fase di definizione della futura politica agricola comunitaria, è importante fare emergere necessità e bisogni del settore organizzato per rendere il sistema delle Op (sono 300 nel nostro Paese, 140 delle quali associate a Italia Ortofrutta, con un giro d’affari rispettivamente di 5 e 1,9 miliardi di euro) sempre più competitivo a livello globale. Fermo restando che il reddito dei nostri agricoltori deve arrivare dal mercato e da attività di valorizzazione commerciale.

Alla tavola rotonda, oltre a Paolo De Castro, avete invitato i presidenti delle quattro Organizzazioni agricole, Coldiretti, Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura e Copagri. Con quale spirito?
La politica ortofrutticola è prioritaria per il nostro Paese, è quindi opportuno confrontarsi, fare sintesi e, soprattutto, definire obiettivi comuni per garantire il reddito e gli interessi di un settore strategico come quello dell'ortofrutta. C’è, poi, molto bisogno di mettere ordine nella politica ortofrutticola nazionale e di dotarci di un vero e proprio piano industriale di settore condiviso. Meglio se con un ruolo forte dell’amministrazione centrale e interlocutori nazionali.

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