Ecco come nascono i biostimolanti Biolchim

L'azienda: «Combiniamo efficacia agronomica e sostenibilità ambientale»

Ecco come nascono i biostimolanti Biolchim
Dietro un prodotto innovativo c'è un lungo e approfondito lavoro di ricerca: un'impresa che vuole fare dell'innovazione la sua cifra distintiva non ne può fare a meno. Lo sa bene Biolchim, che con la sua specializzazione nei biostimolanti interpreta l'innovazione a 360 gradi. Negli stabilimenti del gruppo, dove si compie l’intero ciclo produttivo fino al confezionamento, ricerca e spirito di innovazione muovono l’intera attività aziendale.

Con l’obiettivo di trasferire in campo le conoscenze scientifiche acquisite nell’ambito della biologia e della nutrizione vegetale, Biolchim ha lanciato il Progetto Win (Worldwide Innovation Network). "Si tratta di una rete di collaborazioni con le più importanti università e centri di ricerca di tutto il mondo - spiega Federico Piola, coordinatore dell’attività di ricerca e sviluppo di Biolchim - Una delle attività principali condotte nell’ambito del progetto è la selezione di materie prime innovative, quali estratti botanici e composti di origine vegetale, in grado di combinare efficacia agronomica e sostenibilità ambientale".



A questo fine Biolchim collabora con il Dipartimento di biologia dell’Università di Padova, nello specifico, con il team del professor Livio Trainotti (nella foto sopra con la collaboratrice Anna Pavanello). "Il nostro lavoro, in pratica, permette di ottenere dei prototipi che diventeranno prodotti finiti che dopo ulteriori test potranno entrare nel catalogo - osserva il ricercatore - L’approccio della nostra ricerca di base è infatti mirato ad individuare le potenzialità biostimolanti di un prodotto, certificandone la reale efficacia".

Tra i metodi che Biolchim adotta per studiare ed approfondire le caratteristiche di un composto vegetale c’è il biosaggio: un test di laboratorio che permette di avere risultati attendibili e verificati in tempi estremamente ridotti. "Biolchim - sottolinea Trainotti - affida al nostro team materiali assolutamente anonimi, identificati da nome siglato, su cui noi conduciamo i biosaggi. Le tipologie prevalenti di screening che operiamo sono tre ed hanno l’obiettivo di verificare l’attività auxino-simile, citochinino-simile e gibberellino-simile degli estratti vegetali, nonché di definirne le ottimali concentrazioni di impiego. Grazie a questi test possiamo velocizzare molto l’ottenimento dei risultati rispetto a una sperimentazione in campo, basti pensare che siamo in grado di testare circa cento diverse piante per un singolo saggio, per una singola molecola, per un singolo dosaggio".



Per un saggio auxino-simile bastano infatti due-tre settimane - rispetto ai diversi mesi che sarebbero necessari in campo - grazie alle celle di crescita e apparecchiature di alto livello. "Grazie all’intensa attività di ricerca e sperimentazione, Biolchim può fornire ai propri clienti prodotti di cui si conoscono bene dosi e modalità di impiego, miscibilità ed efficacia - fa notare Carlo Civolani, responsabile dell’attività di sperimentazione della società - Questo valore aggiunto garantisce agli agricoltori la sicurezza delle soluzioni adottate ed il successo nel raggiungimento degli obiettivi prefissati".

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