Frutta (spagnola) nelle scuole

Nuove polemiche in Romagna: distribuite albicocche iberiche ai bambini

Frutta (spagnola) nelle scuole
Nuove polemiche su Frutta nelle scuole, il progetto finanziato dall'Unione europea volto a incoraggiare i bambini al consumo di frutta e verdura e sostenerli nella conquista di abitudini alimentari sane. Dopo il ritrovamento di alcune partite di frutta e verdura ammuffite nelle scuole del Bolognese (clicca qui per leggere la notizia), in Romagna si è sollevato un polverone quando, la sorsa settimana, ai bambini sono state servite albicocche spagnole. Quegli stessi bambini che, ogni giorno, per andare a scuola costeggiano frutteti e sentono il profumo di albicocche, pesche e nettarine, in aula si sono trovati prodotti iberici.

Il caso ha riguardato alcune strutture didattiche del Faentino, scuole situate nelle colline della provincia di Ravenna, uno degli aerali produttivi più conosciuti per le albicocche.

“Siamo a dir poco allibiti – commenta il presidente Coldiretti Ravenna, Massimiliano Pederzoli, citando lo slogan dell’iniziativa che il Mipaaf promuove ormai da anni, cioè impariamo la lezione, sono buone e fanno bene! - Viene da chiedersi se effettivamente questa frutta giunta dall’estero dopo un lungo viaggio in camion sia buona e soprattutto se faccia davvero bene. Di certo non fa bene ai nostri agricoltori che da settimane stanno raccogliendo prodotto fresco e di qualità, prodotto che potrebbero tranquillamente consegnare sui banchi di scuola. Più fresco, a chilometri zero e appena colto. E invece in Romagna, in barba agli obiettivi sbandierati dal ministero, in primis insegnare i principi di una corretta alimentazione basata sulla stagionalità, si educano con soldi pubblici i nostri bambini al consumo di frutta… spagnola. Tutto questo, mentre, come per magia, dato che la produzione locale non è così ingente, c’è già chi specula sui prezzi delle nostre albicocche".

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