«Rivedere i trattati con Marocco, Tunisia e Canada»

Lo ha detto il vicepremier Di Maio durante la sua visita all'azienda Oranfresh

«Rivedere i trattati con Marocco, Tunisia e Canada»
Ribaltare l'approccio di apertura verso gli Accordi di libero scambio siglati tra Unione Europea e Paesi terzi. Su questa priorità si sta indirizzando l'azione del nuovo Governo "giallo-verde" tra Movimento 5 Stelle e Lega, secondo cui i trattati commerciali dovrebbero essere "necessariamente" qualificati come misti dall’Unione Europea e, quindi, ratificati dagli Stati membri e esaminati dai Parlamenti nazionali in base alle rispettive procedure di ratifica. Confermano questa strategia anche le ultime parole pronunciate da Luigi Di Maio, vicepresidente del Consiglio e neo ministro dello Sviluppo economico, durante la sua visita di sabato 21 luglio presso l'azienda Oranfresh di Catania.  

"Bisogna cominciare a dire qualche no ai tavoli europei e internazionali - ha detto Di Maio ai giornalisti - Se si devono fare dei trattati con altri Paesi bisogna difendere i nostri prodotti agricoli. Non bisogna metterci in concorrenza con agricoltori di Paesi che hanno un costo del lavoro dimezzato e norme di sicurezza inesistenti". 

Per il ministro dello Sviluppo economico, quindi, va rivisto non solo l'accordo Ceta con il Canada ("per non rischiare di abbassare il costo del grano e della carne italiani") ma anche "i trattati con Marocco e Tunisia, che riguardano olio e arance. Spero - ha aggiunto - che si possa lavorare con altri Paesi per permettere ai nostri prodotti di andare all'estero", visto che "la dieta mediterranea è il miglior modo per garantire la qualità della vita ai cittadini di tutto il mondo".

Già a giugno il ministro dell'Agricoltura, Gian Marco Centinaio, aveva annunciato l'intenzione di chiedere "modifiche sostanziali'' al Ceta, ai fini di tutelare le eccellenze italiane. Il nuovo Governo, in un certo senso, sta recependo il messaggio lanciato a febbraio da Federalimentare, associazione che rappresenta l’industria italiana degli alimenti e delle bevande, secondo settore manifatturiero che contribuisce per l’8% al Pil dell'Italia. "A Bruxelles - osservava il presidente Luigi Scordamaglia - è giusto sì discutere, ma poi bisogna andarci con i tecnici giusti che sappiano difendere i nostri prodotti. Diciamo a Bruxelles: basta correre e fare nuovi trattati. In particolare, chiediamo all'UE di fermare il negoziato su Mercosur e Nuova Zelanda dedicandosi piuttosto alla condivisione e verifica dei dettagli applicativi di quelli in essere". 

Un altro argomento trattato da Di Maio in Sicilia è l'etichettatura a semaforo, che trova spazio nelle corsie dei supermercati di Gran Bretagna e Francia. "L'olio extra vergine d'oliva - ha evidenziato - presenta un colore rosso, quindi è considerato un prodotto pericoloso, mentre la Diet Coke lo ha verde...è assurdo. Se l'Unione Europea vuole andare in questa direzione, l'Italia alzerà un muro in cemento armato".

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