Caporalato, Coop non abbassa la guardia

Stefano Bassi a Coldiretti: «Fare i necessari distinguo»

Caporalato, Coop non abbassa la guardia
Sul caporalato, Coop non abbassa la guardia. Questa estate Claudio Mazzini, responsabile freschissimi di Coop Italia, ci ha tenuto a ricordare come dal 1998 la catena distributiva monitori i fornitori di prodotto a marchio Coop nel rispetto dello standard SA8000, anche mediante la sottoscrizione e l’applicazione di un codice etico e svolgendo adeguati controlli (vedi nostro articolo). Ma, dopo che il summit di lunedì scorso a Foggia ha visto l’esclusione di industria e, appunto, grande distribuzione (vedi nostro articolo), ecco che ieri a Milano, alla presentazione dell’edizione 2018 del Rapporto Coop, l’argomento è tornato al centro dell’attenzione.

A proposito dell’impegno di Coop sul versante della legalità delle filiere, Stefano Bassi, presidente Ancc-Coop ha detto: “La lotta al caporalato sul cui rafforzamento si è espresso nei giorni scorsi il vicepresidente Di Maio è un atto di civiltà che condividiamo e in questo senso accogliamo favorevolmente la volontà del ministro Centinaio di convocare quanto prima la distribuzione al tavolo di confronto. Sempre su questo fronte bisogna, però, iniziare a attuare i necessari distinguo ed è corretto che lo faccia anche il presidente di Coldiretti. Coop sostiene buone pratiche nell'interesse dei produttori e dei lavoratori occupati nel mondo agricolo, e non dall’altro ieri”.

“Quanto all’ambiente - ha aggiunto - guardiamo con favore all’annuncio di una legge per salvaguardare il mare dall'inquinamento da plastica e chiediamo al ministro Costa di dare seguito concreto. Noi stiamo facendo esperienze importanti in questa direzione. In Toscana il progetto Arcipelago Pulito partito a aprile ha già raccolto 16 quintali di rifiuti”.

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