Uva da tavola, dopo il cracking allarme furti

Molti i casi in Puglia. I produttori: «Siamo indifesi. Danni diretti e di immagine»

Uva da tavola, dopo il cracking allarme furti
Per i produttori di uva da tavola non c'è pace. Superata l'emergenza cracking ora devono affrontare un altro sgradevole - e pericoloso - fenomeno: quello dei furti. I vigneti delle campagne pugliesi, infatti, finiscono sempre più spesso al centro delle attenzioni dei ladri che, di notte e di giorno, rubano i grappoli per rivenderli poi sul mercato nero, magari anche a poca distanza dal luogo del furto.

Furto uva da tavola Puglia

Le cronache dei quotidiani pugliesi parlano di vigneti presi d'assalto e di refurtiva sequestrata dalle forze dell'ordine. "Quello dei furti è sempre stato un problema e negli anni è aumentato - conferma a Italiafruit News Donato Fanelli, coordinatore del Comitato uva da tavola dell'Organizzazione Interprofessionale Ortofrutta Italia (nella foto sotto, a sinistra assieme al presidente Nazario Battelli) - L'aumento della disoccupazione e l'acuirsi della crisi economica hanno spinto certa gente a rubare nei campi. Ma attenzione, non siamo davanti a un racket o a un crimine organizzato: credo sia più un fenomeno diffuso a macchia di leopardo, legato, per così dire, ad episodi di sopravvivenza. Detto questo, però, i danni ci sono e per il nostro comparto è un disvalore. Non ti rubano un container di uva, ma dai quattro ai dieci quintali sì, modesti quantitativi che possono stare in una macchina o in un furgoncino. E poi quando i ladri entrano in azione in un vigneto fanno danni anche all'impianto".

Donato Fanelli Uva da Tavola

"Questa mattina (ieri per chi legge, ndr) - prosegue Fanelli - mi sono imbattuto alle porte di Bari in una persona che vendeva sul marciapiede Red Globe a un euro il chilo. Da un lato mi ha fatto pena, sembrava spinto dal bisogno; dall'altra, però, come produttore di uva mi sono fatto pena da solo: quando mai vedremo CocaCola o altri prodotti con un brand forte venduti per strada così? Ecco perché dico che questo fenomeno presenta aspetti squalificanti per tutto il comparto. Dobbiamo comunicare con forza al consumatore di non acquistare la frutta che trova lungo la strada, proposta da commercianti abusivi: non c'è certezza di qualità e nemmeno di salubrità. Chi lo sa se è stata trattata il giorno prima? Molti venditori irregolari, poi, si mettono nei parcheggi dei supermercati a vendere l'uva, molto probabilmente oggetto di furto. E' davvero assurdo!".


Uva da tavola

Al fenomeno ha dedicato un servizio anche TeleNorba (clicca qui per vederlo), in cui si parla della difficile situazione tra Barletta e Canosa di Puglia.
"Siamo indifesi - dice Vincenzo Cantatore, produttore di Ruvo di Puglia (Bari) - Troviamo squadre di 3-5 persone, organizzate, intente a tagliare la nostra uva. Noi non sappiamo più come comportarci. Anche le forze dell'ordine sono impotenti. Faccio appello a tutti i consumatori per non comprare uva senza indicazioni del produttore, come quella che si trova nelle banchette lungo le strade".

Vincenzo Cantatore uva da tavola Puglia

La campagna commerciale dell'uva da tavola pugliese intanto prosegue tra alti e bassi. "Per ora non è stata entusiasmante, ma per il futuro sono ottimista - riprende Fanelli - Perché se all'inizio la qualità del prodotto non era eccezionale, ora possiamo lavorare con la varietà Italia che presenta un ottimo sapore, un colore perfetto e ha tutte le carte in regola per difendersi sul mercato. Ad agosto non ha più piovuto e il prodotto ha recuperato alla grande dopo il fenomeno del cracking. Questa settimana è tornato a fare caldo in tutta Italia e i consumi, dopo un settembre finora orribile, stanno riprendendo quota. Vedo una campagna che da ora in poi potrà solo migliorare, anche perché le quantità delle uve sono diminuite causa cracking, ora c'è una buona qualità, e la prevista riduzione dei volumi di agrumi nei prossimi mesi non può che agevolare l'uva".

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