Genova, traffico in tilt: situazione difficile al Mercato

Genova, traffico in tilt: situazione difficile al Mercato
Un nodo diventato inestricabile, dove confluiscono oltre cinque strade tra code e rallentamenti, soprattutto per entrare in A7 al casello di Bolzaneto. Tra le 6,30 e le 10 si procede a passo d’uomo in via Sardorella. Uscire dal Mercato Ortofrutticolo di Genova è diventato un incubo e la situazione comincia a preoccupare gli operatori.

"E' un gran casino, tutte le mattine arriviamo tardi, non c'è più organizzazione - racconta Matteo Leo mentre è alla guida del suo furgone fermo nel traffico congestionato - Ora siamo costretti ad uscire molto prima di casa per arrivare al mercato e dobbiamo ripartire in anticipo per cercare di arrivare in negozio in orario accettabile. Tutti i giorni restiamo imbottigliati qui, a volte anche più di mezz'ora".

Matteo, che ha un negozio in via Fereggiano, come gli altri acquirenti del grande centro di smistamento si reca al mercato tutti i giorni, dal lunedì al sabato, per acquistare e rivendere al consumatore finale. Il Mercato Ortofrutticolo di Genova, con una superficie di 82mila metri quadri di cui 23mila dedicati al padiglione dell’ortofrutta è il nucleo principale per Genova e provincia, punto di riferimento per troppi acquirenti: dal grossista della Rivera al classico "besagnino" del centro. Cinquanta gli operatori, divisi tra 27 grossisti nell'ortofrutta e 23 aziende legate alla logistica, per un totale di seicento impiegati diretti che da più di un mese si trovano ad affrontare una situazione troppo complessa.

"Per ora abbiamo stimato un calo del 15/20% delle vendite - lamenta Giovanni Vernazza, grossista e presidente dell'associazione Fedagro-Mercati di Genova - se dovesse calare ancora potrebbe diventare una vera e propria crisi. Purtroppo le strade non sono più in grado di assorbire il traffico di Genova, senza quel ponte siamo veramente rovinati".

I mezzi pesanti creano ingorghi insormontabili e il problema principale resta lo smistamento di tutta la merce che deve confluire in città: li dove prima bastava un mezzo per fare delle consegne ora ce ne vogliono due per arrivare in orario nei diversi punti vendita.

"Abbiamo dovuto raddoppiare le spese di trasporto - spiega ancora Vernazza - mentre stiamo ancora aspettando l'apertura di questa fantomatica strada sul mare, la situazione diventa sempre più pesante".

La conferma arriva proprio dagli stessi operatori, e da chi con l'ammodernamento aveva puntato tutto sulla gestione degli ordini e delle consegne: "Fare arrivare la merce in orario era uno dei nostri cavalli di battaglia - racconta Giovanni Cambiaso dell'Ortofrutta Cambiaso - Prima riuscivamo a consegnare in tempo a limitare al minimo le spese di gestione. Ora siamo pesantemente danneggiati da questa situazione, costretti a partire prima, a preparare gli ordini con molto anticipo e a far lavorare di più e in orari diversi i nostri dipendenti".

Alle 6,30 del mattino il mercato è già deserto e si comincia a mettere a posto. "Prima che ponte Morandi venisse giù andavamo avanti fino alle 10 - racconta Nino Pasquale Testini, vicedirettore del mercato - Ora tutti scappano via entro le 06:00. Tutta la viabilità ordinaria della valle è andata perduta, l'unico asse viario rimasto in funzione è l'A7, ma la corsia in entrata è una. Chi entra in autostrada deve anche dare la precedenza a chi arriva da Milano, è praticamente diventato un imbuto". Il timore è che avvenga una migrazione verso i mercati di Milano e Torino. "Abbiamo grossi problemi con i clienti della riviera di Ponente - continua Testini - purtroppo da quando è crollato il ponte non abbiamo mai visto un presidio da parte delle forze dell'ordine e il martedì e il venerdì il traffico viene incrementato anche dagli acquirenti privati. Per ora gli operatori non hanno ancora fatto sentire la loro voce, ma la situazione diventa preoccupante".

Fonte: Il Secolo XIX