Sgarbi dottor Jekyll e mister Hyde

Senza freni prima della brillante lectio magistralis su frutta e verdura nella storia dell’arte

Sgarbi dottor Jekyll e mister Hyde
Vittorio Sgarbi non delude. Nè chi voleva ascoltare una lezione di storia dell’arte di alto livello, né chi si aspettava che tenesse fede al proprio cognome. Ecco allora che, prima della pregevole lectio magistralis su frutta e verdura sciorina, “pungolato” da un’asta di sostegno del microfono che non si trova, una serie di battute strappa-risate ("bersaglio" preferito l’amico e conterraneo Paolo Bruni) ma anche allusioni e frasi a “bassa digeribilità”. 

Poi, continuando a masticare amaro per una notizia di cronaca del giorno prima che lo riguarda (“sono di pessimo umore”) torna a indossare i panni che gli stanno “a pennello”: quelli del critico d’arte. Sopraffino, arguto, capace di cogliere e raccontare in modo avvincente significati e sfumature di quadri e sculture. 

L’ortofrutta è fin dall’antichità al centro dell’attenzione di alcuni dei più grandi artisti che le hanno dedicato opere passate alla storia trasformando le nature morte in nature vive. La carrellata di splendide opere che compaiono sugli schermi del centro congressi del Nh Hotel di Assago punta inizialmente i riflettori sul cestino con fichi del 30 Dopo Cristo ritrovato nell’antica Oplontis, l’odierna Torre Annunziata e  sulla coeva “Vasi con Frutta” rinvenuta a Pompei e prosegue con capolavori Rinascimentali come la Madonna della melagrana di Botticelli e quella (scolpita in splendida scultura) di Jacopo della Quercia, le Quattro stagioni di Arcimboldo e la Cesta di Frutta di Caravaggio, uno dei dipinti più importanti del Seicento: mele, uva, foglie sono allegoria del tempo che passa, riferimento alla caducità della vita umana. 

E poi, commentando opere di epoca moderna, Sgarbi emoziona con i capolavori “ortofrutticoli” di Pellizza da Volpedo, Manet, Van Gogh, del fiammingo Aertesem, di Cezanne, Frida Kahlo, Magritte, Guttuso, De Chirico e cita artisti meno noti al grande pubblico: è il caso del bolognese Annibale Carracci, che con il suo Mangiafagioli crea una delle più importanti opere del realismo.

Tra gli autori più espressivi anche Filippo De Pisis tra i maggiori interpreti della pittura italiana della prima metà del Novecento: le sue opere d’arte vibranti di colori espressionistici parlano del passato e del presente e prefigurano la scomparsa della bellezza, ossia la morte.

L’arte della cultura, certo, ma anche della… coltura. Perché analizzando da vicino, con occhio critico e indagatore la frutta raffigurata dai pittori nel corso dei secoli si possono ravvisare i segni inconfondibili di determinati agenti patogeni. I pittori hanno dipinto frutta “perfettamente-imperfetta” tanto che da un attento esame dei quadri si scopre che la ticchiolatura, alcuni marciumi e le comuni muffe fin dai secoli scorsi compromettono lo stato fitosanitario della frutta. 

Sgarbi vorrebbe mostrare e commentare altri quadri ma il tempo è tiranno. Si fermerà con gli ospiti dello Speciale Frutta & Verdura nel banchetto allestito vicino all’area finger food per firmare copie del suo ultimo libro 'Il Novecento'' dedicato all'arte e ai maestri del secolo scorso.