Kiwi, la trattativa Italia-Giappone riparte da capo

Vernocchi: stiamo rifacendo tutti i test per il prodotto sia verde che giallo

Kiwi, la trattativa Italia-Giappone riparte da capo
Il dossier per l'export di kiwi in Giappone torna quasi al suo punto di partenza. Correva il biennio 2008/2009 quando, per la prima volta, il sistema Italia inviava alla parte giapponese non solo dati scientifici che comprovavano l'efficacia del trattamento a freddo contro la mosca mediterranea (Ceratitis capitata), ma anche uno studio ad hoc sulle modalità di attuazione dello stesso. Oggi, a dieci anni di distanza, ci troviamo nella condizione di dover rifare tutto da capo. Forse non tutti sanno, infatti, che le autorità giapponesi questa estate hanno richiesto a noi italiani di ripetere nuovamente le prove sperimentali già condotte in passato per il kiwi a polpa verde e di realizzare i medesimi test anche sul prodotto a polpa gialla. Una volta pronti i risultati, poi, dovremo inviare loro un nuovo report completo e aspettare le risposte.



"La condizione di stallo - spiega Davide Vernocchi, presidente di Apo Conerpo e coordinatore ortofrutticolo dell'Alleanza Cooperative Agroalimentari - sembra essere legata, banalmente, al numero dei campioni ritenuti validi nelle precedenti prove: 28.504 contro i 30mila richiesti dal Giappone. Come sistema Italia, considerata l'importanza di aprire al più presto il mercato nipponico, stiamo quindi rifacendo tutti i vari test di suscettibilità e di disinfestazione su piccola e larga scala. Ma ci serve, ora più che mai, il supporto politico e diplomatico del Mipaaft per portare a casa la partita".

E se da una parte le autorità giapponesi non si fidano, dall'altra gli operatori nipponici non vedono l'ora di cominciare a vendere kiwi italiano. "Il Giappone richiede costantemente il nostro prodotto - sottolinea Vernocchi - La stessa cosa ci succede con importatori e distributori di Vietnam e Messico, altri due Paesi con cui sarebbe importante poter lavorare a partire della prossima stagione. Anche a questo proposito - conclude - sollecitiamo un efficace e forte intervento politico a supporto delle trattative in corso".


Davide Vernocchi

La domanda di kiwi esteri in Giappone, tra l'altro, ha ormai raggiunto livelli altissimi. Stando alle statistiche diffuse da Tokyo Seika Trading, i flussi in entrata da gennaio a novembre 2018 sono stati pari a 104.949 tonnellate, quasi il 14% in più rispetto al precedente record (92.681 ton) del 2017, che ha reso il kiwi il terzo frutto più importato.

Come riporta Eurofruit, gli importatori hanno registrato vendite stellari a settembre (+204% rispetto ad agosto), quando i prezzi del prodotto hanno toccato i loro massimi dell'ultimo decennio. "Il kiwi è uno dei pochi frutti importati a crescere in volume", dice Hisao Takeda della società di importazione Yamano Company. "Zespri International fornisce circa il 99% delle quantità e i suoi punti di forza sono la fornitura di alta qualità, i volumi costanti e un programma di marketing molto attivo: ogni anno organizza più di novemila dimostrazioni nei supermercati".

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