Export agroalimentare, il Made in Italy rallenta

Export agroalimentare, il Made in Italy rallenta
Gli ultimi dati diffusi dall’Istat sul commercio estero e i prezzi all’importazione, consentono una lettura puntuale sull’andamento che ha caratterizzato la dinamica degli scambi commerciali durante l’intero 2018. In particolare, nel periodo gennaio-dicembre , il deficit della bilancia commerciale agroalimentare italiana ha di poco superato i 2.8 miliardi di euro. Rispetto al 2017 le esportazioni Made in Italy sono cresciute dell’1% e hanno realizzato un valore assoluto di 41.8 miliardi di euro. Un incremento modesto, quello appena osservato, soprattutto se si considerano i tassi di crescita tendenziale che hanno connotato le vendite estere agroalimentari Made in Italy negli ultimi anni (nel 2017 +7%). Le importazioni, invece, sono diminuite su base annua dell’1.1% (44.6 miliardi di euro in valore assoluto). Anche in quest’ultimo caso si deve registrare un andamento in netta controtendenza rispetto alle rilevazioni degli anni passati. A titolo di esempio, basta infatti citare il 2017 quando gli arrivi di prodotti agricoli, cibi e bevande erano cresciuti nell’ordine di 4 punti percentuali rispetto ai valori del 2016. Tornando alla lettura dei dati 2018, le dinamiche degli scambi si sono riverberate sul disavanzo commerciale che, rispetto ai circa 3.87 miliardi di euro dello scorso anno, si è ridotto del 25.8%.In tale contesto, le vendite estere di prodotti agricoli hanno ceduto il 5% del loro valore mentre le importazioni, con 14.4 miliardi di euro tra gennaio e settembre, si sono ridotte dello 0.2%. Il grado di copertura commerciale, misurato dal rapporto percentuale tra export ed import, si è posizionato sul 94% con un incremento di tre punti percentuali rispetto allo stesso periodo di rilevazione della scorsa annata quando era stato pari al 91%.
Tornando infine alla dinamica delle vendite estere agroalimentari, prendendo come riferimento il solo dato mensile di dicembre, rispetto allo stesso periodo di rilevazione per l’anno precedente, è utile segnalare la marcata contrazione dell’export dei prodotti agricoli (-7.3%) e dei prodotti alimentari (-3.8%).

Per quanto attiene alla distribuzione geografica degli scambi, degli oltre quarantaquattro miliardi di euro importati dall’Italia tra gennaio e dicembre il 72%, pari a 32 miliardi di euro, è giunto dai Paesi dell’Unione Europea. La Francia si conferma Paese leader nella classifica dei principali fornitori Ue agroalimentari dell’Italia. Gli arrivi da oltralpe sono valsi 5.8 miliardi di euro (12.9% del totale) con una crescita particolarmente pronunciata sul lato dei prodotti agricoli (7.3%) mentre, sul fronte alimentare, l’Istat ha rilevato una dinamica annua negativa pari a -1.7%. Leggermente al di sotto dei valori francesi, si è collocata la Germania che ha spedito verso l’Italia 5.7 miliardi di euro (12,8% del totale) tra prodotti agricoli, cibi e bevande. A seguire, tra i principali fornitori dell’Unione Europea, i prodotti agroalimentari importati dalla Spagna il cui valore è stato pari a 4.9 miliardi anche se, nell’ultimo anno, quelli alimentari hanno ceduto circa il 9.5%. Gli acquisti provenienti dai territori del Sud est asiatico, dai Paesi europei non UE e da quelli dell’America latina (Mercosur), con un valore assoluto cumulato pari a 5.8 miliardi di euro, hanno pesato complessivamente il 13% sulla distribuzione degli arrivi. Per tali gruppi di Paesi, eccezion fatta per le importazioni agricole provenienti dai Paesi europei non UE, l’Istituto nazionale di Statistica ha osservato una contrazione annua marcata sul fronte dell’agricoltura (import dal Mercosur -13.1% e dal Sud est asiatico -13.3%) mentre, su quello alimentare, è stato il Sud est asiatico a cedere negli ultimi dodici mesi la quota maggiore (-13%) -3% Mercosur e -4% Paesi europei non UE). Tra gli altri mercati di approvvigionamento i prodotti agroalimentari “Made in Usa” hanno rappresentato il 2.7% del totale con un andamento tendenziale di forte espansione sia nella voce dei prodotti alimentari, cresciuti rispetto al 2017 del 44.8% sia in quella dei prodotti agricoli (+24.4%). Uno sguardo, infine, al mercato di fornitura cinese la cui incidenza sulle importazioni totali è stata dell’1,3% (-5.4% le importazioni alimentari e +13.4% quelle agricole).

Riguardo ai principali mercati di sbocco, il 65% delle vendite estere, per un valore di 27.3 miliardi di euro, sono state realizzate all’interno dell’area UE. La Germania, con 7 miliardi di euro, continua ad essere il primo sbocco commerciale dell’Italia con un incremento annuo di 1.5 punti percentuali sul lato delle esportazioni alimentari. Tuttavia, le vendite estere italiane verso Berlino sono scese in anno del 6%. Sul secondo gradino del podio si è posizionata la Francia che, con 4.7 miliardi di euro, ha rappresentato l’11% della distribuzione e, tra i principali mercati di sbocco italiani è stato quello che ha fatto registrare il “segno +” all’interno di entrambe le voci commerciali (+3.1% agricoltura; +4,4 esportazioni alimentari). Tuttavia, nonostante la tendenza al rialzo appena osservata, mentre il saldo commerciale nei confronti della Germania è stato positivo per l’Italia, rispetto alla Francia la differenza in valore tra esportazioni e importazioni continua ad essere negativa per il nostro Paese (poco più di un miliardo di euro). Il mercato Usa, con un valore complessivo di 4.2 miliardi di euro e un aumento del 4.1% per l’export alimentare, continua a pesare per il 10% all’interno delle spedizioni italiane verso l’estero. Sulle tavole dei consumatori del Regno Unito è giunto l’8% dei prodotti agroalimentari Made in Italy per un importo assoluto pari a 3.4 miliardi di euro. Nonostante i timori per la Brexit, nell’ultimo anno, i prodotti Made in Italy alimentari venduti oltre manica sono aumentati (+2.2%) mentre quelli agricoli hanno subito una battuta di arresto (-3.8%). Il restante 25% delle esportazioni è stato venduto sugli altri mercati tra cui la Svizzera, con il 4% del totale e il Giappone (1.1 miliardi di euro). In quest’ultimo caso, rispetto alle rilevazioni Istat dello scorso anno e dei primi mesi del 2018 che avevano messo in luce una dinamica annua espansiva delle vendite estere italiane, gli ultimi dati hanno evidenziato una contrazione annua particolarmente marcata (-16%) nel segmento delle esportazioni alimentari.

Fonte: ufficio studi Cia Agricoltori Italiani