Si ferma la crescita del confezionato

A gennaio, senza più l’effetto dei sacchetti a pagamento, è arrivato lo stop

Si ferma la crescita del confezionato
La crescita dell'ortofrutta confezionata si è arrestata. Ed era facilmente prevedibile perché era una crescita drogata. A inizio 2018 l'effetto dell’introduzione obbligatoria degli eco-shopper a pagamento aveva fatto schizzare le vendite del confezionato, mentre a distanza di un anno, nel gennaio 2019, questo trend si è esaurito, tanto che l’incidenza del confezionato a peso imposto, al netto dei prodotti di IV e V gamma, si è ridotta al 38,7% mentre a fine gennaio 2018 era il 40,1%.



E’ la prima volta da dodici mesi a questa parte che il confezionato fa un passo indietro rispetto allo stesso mese dell’anno precedente e questo è avvenuto poiché è mancata, all’inizio del 2019, la spinta che l’introduzione degli ecoshopper aveva dato allo sviluppo del segmento, con un incremento di incidenza senza precedenti a partire proprio da gennaio, spinta che si era poi mantenuta nel corso di tutto lo scorso anno, garantendo al prodotto confezionato uno sviluppo di oltre 3 punti di incidenza nel 2018. Una crescita che abbiamo documentato a più riprese (clicca qui per leggere l’ultimo articolo).



A beneficio di chi si ostina a negare l’effetto degli eco-sacchetti sull’evoluzione delle abitudini di acquisto, questa ulteriore evidenza elimina ogni margine di discussione sul perché sia così cresciuta nel 2018 l’incidenza del confezionato. Caso chiuso, dunque. Per chi, invece, vuole ragionare delle potenzialità della comunicazione anche nel nostro mercato, credo che questa vicenda offra ancora molti spunti.

Infatti, la reazione generata da un provvedimento inviso agli italiani per tempi e modalità di comunicazione, ha portato alla sconfitta nei numeri di un’altra tendenza sviluppata in chiave mediatica in modo altrettanto forte: le problematiche generate in chiave ambientale dalle confezioni, soprattutto in materiale plastico, a seguito dell’inquinamento riversato negli oceani. In questo caso si sono confrontate due tendenze, generate entrambe da negatività, e ha prevalso quella che toccava più direttamente gli acquirenti.



Da questa esperienza dobbiamo pertanto uscire con la consapevolezza della forza della comunicazione, ma anche con la speranza di saperla usare in futuro a vantaggio del nostro comparto, come quasi mai fino ad ora siamo stati capaci di fare. Dall’analisi che stiamo completando sul percepito di frutta e verdura da parte del consumatore italiano con il Monitor Ortofrutta, per il consueto appuntamento di Think Fresh del prossimo 7 maggio (clicca qui per saperne di più), proprio sulle confezioni emergono nuovi elementi di grande interesse per favorire lo sviluppo dei consumi. Non perdete l’appuntamento a Rimini il giorno prima del Macfrut per approfondire con noi il tema.

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