Coop mette al bando il glifosato e altri tre erbicidi dalle filiere dell'ortofrutta

Già disponibili le ciliegie herbicide-free. «Il futuro è l'agricoltura smart»

Coop mette al bando il glifosato e altri tre erbicidi dalle filiere dell'ortofrutta
Coop svolta. Nei giorni scorsi a Macfrut ha ufficializzato una decisione storica, e rivoluzionaria, nel panorama della distribuzione moderna: la messa al bando di quattro erbicidi controversi per l'ambiente. Stiamo parlando del "celeberrimo" glifosato, del bentazone, della terbutilazina e dell'S-metolachlor. Nel giro di tre anni, queste molecole saranno eliminate da tutte le 35 filiere dell'ortofrutta a marchio Coop. Il primo prodotto "herbicide-free", la ciliegia, è già disponibile nei reparti ortofrutta dei 1.100 punti vendita della rete. A breve sarà il turno di meloni e uva da tavola, poi si passerà alle clementine e ad altre 11 produzioni nel corso del 2019. 

La scelta ambientalista rientra in un programma da sviluppare in stretta sinergia con i propri 116 fornitori italiani di frutta e verdure, i quali rappresentano una rete di ben 7.000 aziende agricole. Il progetto, presentato a Rimini durante l'incontro "Coop: coltiviamo il futuro", ambisce alla progressiva implementazione nelle strutture agricole delle tecnologie e dei processi di controllo legati all’agricoltura di precisione (sensori, sistemi informatici, digitali e satellitari, ecc.), così da ridurre al massimo i dosaggi di acqua, di fertilizzanti e di fitosanitari in base al reale fabbisogno di ogni coltura agricola.

Brisigotti: non è più possibile rimandare certe scelte
"La società moderna si trova di fronte a nuove istanze che non possono più essere rimandate - ha evidenziato Domenico Brisigotti, direttore commerciale food - In tempi recenti, attivisti come Greta Thunberg hanno messo al centro dell'attenzione il tema del rispetto ambientale con una forza che mai si era vista prima e con una capacità d'impatto determinante sul cliente finale". 


Domenico Brisigotti, direttore commerciale food di Coop 

"Coop ha la peculiarità di essere un sistema d'imprese cooperative ed esclusivamente italiane - ha proseguito Brisigotti - Abbiamo quindi un problema: se questo Paese non funziona, noi non funzioniamo. Non possiamo chiudere supermercati in Italia per poi riaprirli nel mondo. Questo per noi è impossibile, dal momento che non siamo una multinazionale. Ecco perché lavorare insieme alla produzione per rendere l'agricoltura italiana più competitiva, non soltanto dal punto di vista economico, significa generare indirettamente un valore anche per Coop. Poi è chiaro che ogni catena può mettere in pratica diversi modi per farlo", ha specificato Brisogotti lanciando una frecciatina a Lidl Italia: "Non è con la sponsorizzazione della nazionale di calcio che si aiuta l'agricoltura italiana".

In pratica, la visione di Coop è differente da quella del discounter e punta su "fatti concreti" per sostenere l'innovazione tecnologica, salvaguardando l'ambiente e la salute dei consumatori. Ma non solo. Con il graduale sviluppo dell'agricoltura di precisione si confida anche di attirare l’interesse dei giovani nei confronti del settore agricolo, gettando così le basi di una rivoluzione agricola 4.0.

Mazzini: fatti concreti per distinguere e migliorare l'offerta
Claudio Mazzini, responsabile freschissimi, ha aggiunto: "Passare dalle parole ai fatti è la sfida che vogliamo lanciare e, allo stesso tempo, raccogliere. Intendiamo legarci ancora di più alla produzione ortofrutticola italiana, che per noi rappresenta la base dell'assortimento, e vogliamo farlo cercando di migliorare l'offerta e di marcare la differenza. Il passo dell'agricoltura di precisione non è sicuramente semplice e immediato, ma crediamo che sia uno dei modi per distinguere l'ortofrutta italiana".


Claudio Mazzini, responsabile freschissimi di Coop

"Il fatto di avere tra i nostri pilastri non solo la sicurezza alimentare e ambientale, ma anche l'eticità, la qualità costante del prodotto e l'attenzione agli imballaggi fa sì che la nostra marca sia qualcosa di unico e riconoscile agli occhi dei consumatori - ha evidenziato Mazzini - Vogliamo comportarci da marca leader quale siamo. Ed essere quindi sempre un passo avanti ai nostri competitor soprattutto sui temi della sostenibilità. Questa volta, contrariamente al passato, ci impegneremo però anche per difendere le innovazioni e le idee che porteremo avanti. Perchè siamo convinti che la distintività sia un valore da tutelare".

Pascarelli: rilanciamo l'importanza del rispetto ambientale
Renata Pascarelli, direttore qualità, ha invece spiegato come l'impegno ambientale di Coop sia partito moltissimi anni fa. Era il 1993 quando il gruppo avviò una campagna per la riduzione dei pesticidi raccogliendo un milione di firme. Da allora più di 10 molecole chimiche sono state eliminate dai prodotti a marchio Coop, spesso anticipando di anni la normativa. Il prodotto a marchio da tempo vanta un ridotto contenuto di pesticidi, inferiore del 70% rispetto al residuo ammesso dalle leggi.

"Nel settore dell’ortofrutta abbiamo investito tanto e su diversi aspetti - ha rimarcato Pascarelli - Siamo partiti molti anni fa con la promozione dell’agricoltura integrata, per poi arrivare in tempi più recenti al progetto Buoni e Giusti che assicura una filiera senza sfruttamento di manodopera. Oggi siamo qui per rilanciare il tema dell’importanza del rispetto ambientale. Non a caso siamo i primi venditori di ortofrutta sfusa in Italia. E laddove il prodotto viene confezionato, stiamo cercando di avere imballaggi leggeri di mono-materiale. A luglio 2018 abbiamo introdotto sul mercato le vaschette con minimo l'80% di Pet riciclato. Mentre a giugno siamo stati l’unica catena italiana a partecipare alla Pladging campaign, prendendo un impegno strutturato con la Comunità europea per la riduzione della plastica a favore del riciclato”.


Renata Pascarelli, direttore qualità di Coop

L'agricoltura di precisione, come ha osservato il direttore qualità di Coop, porterà tutta una serie di vantaggi per la filiera: “Le nuove tecnologie possono limitare l'uso di acqua, di concimi e di pesticidi che, in futuro, dovranno essere sempre meno dispersi nell'ambiente. Nell’arco di tre anni pensiamo di eliminare il glifosato, il bentazone, la terbutilazina e l'S-metolachlor da tutte le nostre filiere dell’ortofrutta”.

Pedroni: siamo convinti di fare la cosa giusta per tutti 
Le conclusioni dell’incontro sono state affidate al presidente Marco Pedroni, che ha evidenziato la volontà di Coop di "fare la cosa giusta" anche per il futuro del Paese. “Nei prossimi anni, la sostenibilità economica passerà anche dalla sostenibilità ambientale e dall'essere capaci di comunicarlo alle persone - ha sintetizzato - Ridurre l’uso di altre molecole controverse dopo quelle che abbiamo già eliminato significa alzare l’asticella, produrre un salto di qualità. E chiediamo anche agli altri di farlo. I residui di pesticidi nell’acqua e nel suolo se correttamente impiegati non sono considerati direttamente rischiosi per l’uomo, ma lo sono sicuramente per la qualità dell’ambiente in cui viviamo”.

“Come Coop abbiamo deciso di attivare quel principio di precauzione - ha concluso Pedroni - che ci ha fatto dire di no in altri casi controversi: agli Ogm, all’olio di palma, all’uso diffuso o sistematico di antibiotici negli allevamenti. In questo modo, pensiamo di fare gli interessi sia dei consumatori che dell’ambiente, ovvero esattamente ciò che una cooperativa di consumatori deve fare”.


Marco Pedroni, presidente di Coop

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