Verso i primi stacchi dell'anguria leccese

Campagna in ritardo di due settimane. Le prospettive dell'azienda Ciaccia

Verso i primi stacchi dell'anguria leccese
E' in netto ritardo la campagna dell'anguria leccese. I primi stacchi sono attesi dal 15 al 20 giugno prossimi, come spiega a Italiafruit News l'imprenditore Antonio Ciaccia, amministratore dell'omonima azienda agricola di Nardò (Lecce), specializzata nella produzione di questa coltura.

"L'anguria è l'unico prodotto che coltiviamo e commercializziamo durante l'estate, da giugno a tutto agosto - dice Ciaccia - Nel 2018 le raccolte erano iniziate il primo giugno. Quest'anno, invece, la stagione partirà con almeno due settimane di ritardo come conseguenza delle condizioni meteo avverse di maggio. Le continue piogge e le basse temperature hanno determinato anche lo sviluppo di malattie e una scarsa allegagione. Ora ci stiamo quindi impegnando per riuscire a far tornare in equilibrio le piante attraverso le giuste concimazioni".

L'azienda Ciaccia prevede a oggi di collocare sul mercato una produzione inferiore a quella dell'anno precedente, che era stata prossima alle 12mila tonnellate. "Coltiviamo angurie di tutte le dimensioni, dalle più piccole a quelle di grande pezzatura. I frutti di calibro medio, con peso compreso tra 8 e 12 kg, sono quelli più richiesti in assoluto".



"L'Italia rappresenta il nostro principale mercato di riferimento. Da quattro anni a questa parte, siamo fornitori diretti di Conad Adriatico. Mentre risale a tre anni fa l'introduzione del marchio aziendale Aulè, nato con l'obiettivo di valorizzare la nostra qualità. Lavoriamo anche con magazzini che hanno relazioni con altre catene della Gdo e con i Mercati ortofrutticoli all'ingrosso di tutta Europa".

Le prospettive commerciali per le prossime settimane non sono ancora del tutto chiare. Al momento, i prezzi di mercato sono buoni. L'imprenditore confida quindi che le quotazioni attuali possano confermarsi non appena comincerà la campagna del Leccese. "I nostri risultati economici dipenderanno soprattutto dai livelli di consumo - conclude l'operatore - Il prodotto siciliano si trova ancora sul mercato. Ma i concorrenti più ostili arrivano dall'estero. Sono la Grecia, che sta già disponendo di quantità significative, l'Egitto e la Spagna". 
 
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