Le pesche veronesi restano sulla pianta

Prezzi bassi, crollo dei conferimenti nei mercati. Appello alla Regione. I dati

Le pesche veronesi restano sulla pianta
Una stagione da incubo per buona parte dei peschicoltori veronesi. Che trova riscontro in numeri precisi: al mercato ortofrutticolo di Villafranca 15 anni fa conferivano pesche e nettarine circa 400 produttori, cinque anni fa erano 150, in questa estate si arriva a malapena a una cinquantina. Il lavoro non è più remunerativo e il crollo è verticale. La scorsa settimana - come ha riportato il quotidiano L’Arena nei giorni scorsi - i produttori vendevano a 20-25 centesimi il chilo a fonte di costi di produzione di 25-28 centesimi. Risultato: molti frutti restano sulle piante. 


Il Mercato di Villafranca di Verona

“Con le precoci, nel 2018, ho ottenuto 60 centesimi il chilo, quest'anno arrivo a malapena a 35", la testimonianza di un produttore villafranchese. "Per le nettarine sono passato dai 65 centesimi del 2018 ai 40 del giugno 2019 e ora nel vivo della stagione arrivo a 20 centesimi, quando dodici mesi fa ne spuntavo 50. E i grossisti rifiutano le pezzature inferiori”. Le pesche, pur non prive di qualità, sono infatti più piccole dello scorso anno a causa del maggio freddo e piovoso. E in questa “fascia”, la concorrenza estera, Spagna in primis, non lascia scampo: “Se nei nostri campi i costi di manodopera si aggirano sugli 11 euro l'ora, in Spagna sono di 6-7 euro, in Grecia di 3,5 e in Polonia di 2”, la voce del produttore. Insetti e malattie delle piante completano lo sconfortante quadro. Va male anche per le albicocche: troppa produzione, il mercato non regala soddisfazioni. 



Venerdì mattina una delegazione di Confagricoltura Veneto si è recata a Venezia, al palazzo della Regione, per affrontare il tema della crisi frutticola che sta colpendo soprattutto il territorio veronese. “La stagione delle pesche è disastrosa - ha lamentato senza mezzi termini il vicepresidente di Confagri Veneto, Pietro Spellini - e i frutticoltori le lasciano sugli alberi”. Chiesti per l'occasione ai referenti politici regionali interventi più consistenti per combattere la cimice asiatica.

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