Raccolta della frutta, Sos manodopera

L'azienda Illuminati si inventa un numero verde per reclutare addetti

Raccolta della frutta, Sos manodopera
Quando la disoccupazione non era in doppia cifra, quando il lavoro tutto sommato non mancava, era più facile di oggi trovare manodopera per la raccolta della frutta o per i magazzini ortofrutticoli. Sembra un paradosso, ma reperire addetti diventa sempre più complicato per le imprese: il tema, come ripetono gli imprenditori del settore, non si può ricondurre al solo salario. C'è la specializzazione, l'affidabilità, la volontà di mettersi in gioco in un comparto difficile.

Così c'è chi è costretto a inventarsi addirittura un numero verde per trovare il personale, perché arrivati nel cuore della stagione mancano all'appello circa cento lavoratori rispetto alle necessità. E' il caso della Illuminati Frutta, azienda della Val di Chiana (Arezzo), oltre 350 ettari dedicati a mele, pere, pesche e susine.

“In passato arrivavano fino a 700 richieste di assunzione - racconta al quotidiano La Nazione il presidente Francesco Illuminati - quest’anno siamo in difficoltà e per questo apriamo un numero verde per cercare di agevolare i contatti con le eventuali candidature”.



Sarà il reddito di cittadinanza, sarà che il decreto flussi non risponde più alle esigenze del comparto, ma l'impresa di Pieve al Toppo sta vivendo una situazione davvero anomala: poco personale per la raccolta della frutta, ma anche le figure specializzate per il magazzino non si trovano. Per un reclutamento d'emergenza Illuminati ha attivato il numero verde 800585376. L'azienda avrebbe bisogno di 250 addetti, al momento ne ha circa un centinaio.

“Un tempo potevamo contare su un buon numero di italiani, ma anche di comunitari soprattutto polacchi e romeni e poi anche degli albanesi - aggiunge l'imprenditore - ad oggi riscontriamo un brusco calo da parte di queste nazionalità, vediamo crescere i nigeriani, ma il loro impiego è complicato perché non conoscono la lingua”.



Che trovare manodopera per l'agricoltura non sia facile lo conferma anche la Cia dell'Emilia-Romagna. “Il ricorso alla manodopera per la raccolta della frutta e comunque per i lavori agricoli in generale – osserva il presidente dell'associazione, Cristiano Fini - è sempre più problematica e non riguarda solo il personale di nazionalità italiana, ma è altrettanto difficile reperire operai agricoli stranieri. Poi le aziende emiliano-romagnole nella voce costo del lavoro non possono competere con nazioni europee, come ad esempio la Spagna, che ha oneri sui dipendenti che incidono dell’11% contro il 23 di quelli italiani. Già è difficile programmare le raccolte a causa di una offerta di personale scarsa che non si limita solamente a lavoratori italiani - segnala ancora Fini - ma è pure complicato trovare disponibilità in quelli stranieri. Il governo deve quindi garantire flussi migratori commisurati alle esigenze dell’agricoltura, proprio per sopperire alla mancanza di mano d’opera nazionale disposta a lavorare in campagna. Poi andrebbero reintrodotti i voucher, strumento che ha garantito una flessibilità di cui le aziende agricole avevano, e tuttora hanno, bisogno".

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