«Ecco che fine hanno fatto le mie pesche»

In Sardegna la domanda si sgonfia. Il produttore: «Cibo per le pecore»

«Ecco che fine hanno fatto le mie pesche»
La domanda di pesche è fiacca e i frutti finiscono per diventare cibo per le pecore. Almeno in Sardegna, dove l'Azienda Agricola La Pesca Sarda di San Sperate, paesino da ottomila anime nella provincia del Sud Sardegna, negli ultimi tempi si sta confrontando con un mercato avaro di soddisfazioni.

"Nel mese di agosto la richiesta di pesche è stata sostenuta, grazie al turismo, ma ora stiamo vivendo una situazione drammatica", spiega a Italiafruit News Giovannino Schirru, terza generazione alla guida dell'azienda frutticola specializzata in pesche, nettarine e albicocche. Una piccola realtà familiare che lavora su poco più di una decina di ettari e che commercializza il proprio prodotto al Centro agroalimentare di Cagliari.



"Noi cerchiamo di fare qualità, non quantità - premette l'imprenditore agricolo - Facciamo maturare il frutto sull'albero, raccolta e selezione sono tutte manuali, e così il costo di produzione si alza ed è ben superiore a 50 centesimi il chilo. Anche perché col carro raccolta facciamo tre-quattro stacchi per varietà e i frutti li riponiamo in monostrato, per evitare urti e inutili manipolazioni... Tutte operazioni che incidono sui costi. Ma il mercato non premia".



Il problema non è solo il prezzo. "A fine agosto, di colpo, si è fermata la richiesta - aggiunge Schirru - Su 500 casse che portavo al mercato ne vendevo a malapena 300... Dopo qualche giorno con questo trend, ho preferito dare la merce in pasto alle pecore. Oggi la situazione è ancora difficile, anche perché al mercato si vedono pesche spagnole, dal calibro importante, vendute a 70 centesimi al chilo... Noi non ce la facciamo a competere con questi prezzi: per far tornare i conti dovremmo vendere il prodotto a un euro il chilo". 

"Tanti colleghi - prosegue Schirru - stanno abbandonando la peschicoltura. Da parte mia ho investito, mi sono specializzato, ho inserito le platicarpe, le percoche, cerco di dare continuità ai clienti con le varietà tardive, coprendo una campagna peschicola che da giugno arriva fino ad ottobre. Io e la mia famiglia - conclude il produttore - mettiamo tanta passione nel lavoro, ma campagne come queste mettono a repentaglio la redditività delle produzioni".

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