Cimice asiatica, a Trento danni per cinque milioni

Cimice asiatica, a Trento danni per cinque milioni
Dopo gli spaventosi danni causati dalla cimice asiatica in importanti areali produttivi del Nord Italia, come Veneto ed Emilia Romagna, sembra che anche in provincia di Trento l’insetto alieno stia causando notevoli danni. “Sono già cinque i milioni di euro di danni causati dalla cimice asiatica che possiamo stimare - spiega Andrea Berti, direttore del Consorzio di difesa Codipra

Un problema tangibile ma che non è stato preso sottogamba, infatti, sono numerosi gli studi in corso sul territorio provinciale per capire come contrastare la cimice, “tra questi - spiega Giorgio Gaiardelli, presidente Codipra - vi è il Partenariato europeo per l’Innovazione Innovation Tecnology Agriculture (Pei Ita 2.0) che sta cercando di capire come attivare una tutela mutualistica per gli agricoltori trentini al fine di indennizzare i danni causati da cimice asiatica”. I partner del Progetto sono Codipra (capofila), Agriduemila srl, Fondazione Edmund Mach, Università di Padova, Coldiretti Trento, Asnacodi, Caa Ats (Confagricoltura), Itas Mutua e A&A.

“In pratica - evidenzia Berti - abbiamo strutturato un fondo mutualistico e richiesto il riconoscimento in qualità di soggetto gestore al ministero dell’Agricoltura che nel 2020 andrà a coprire anche le perdite di produzione causate dalla cimice. Il fondo fitopatie, così è stato denominato, ha già riscosso un notevole successo tra gli agricoltori e, appena avremmo il via dal ministero dell’Agricoltura, saremo in grado di attivare eventuali indennizzi già a partire dal 2020. Va evidenziato che questo tipo di fondi godono di una elevata contribuzione pubblica pari al 70%, una vera e propria risorsa economica per l’agricoltura provinciale”.

“Fondamentale - conclude Gaiardelli - sarà agire in sinergia con gli enti di ricerca e con le istituzioni provinciali del nostro territorio per consentire agli agricoltori di continuare a lavorare nel migliore dei modi e garantendone la sostenibilità, in primis economica”.

Veneto, Pan: serve un piano quinquennale 
Ieri, intanto, la Regione Veneto ha organizzato il tavolo verde regionale dedicato alla cimice asiatica. "La nostra Regione si è mobilitata da anni per fronteggiare l’emergenza cimice asiatica e si è fatta capofila tra le regioni interessate dal problema chiedendo ai ministri all’Agricoltura e all’Ambiente un tavolo nazionale, da convocare con urgenza, perché siano messe in campo risorse per sostenere le aziende nei prossimi anni ed evitare che si arrivi al rischio espianto”, ha comunicato l’assessore regionale all’agricoltura Giuseppe Pan aprendo i lavori del tavolo verde.
 
“Al governo nazionale e all’Europa chiediamo la stessa attenzione riservata alla Xylella – ha proseguito Pan - come il batterio che ha colpito gli olivi mediterranei ha messo a rischio l’olivicoltura, così la cimice asiatica sta compromettendo l’intero comparto frutticolo e le produzioni che più caratterizzano il nostro sistema produttivo. Inoltre, danni causati dalla proliferazione dall’insetto alieno non sono solo un problema agricolo, ma anche sociale e turistico. Il problema ha assunto dimensioni tali che richiedono un piano quinquennale di sostegno al settore dal 2019 al 2023 da 100 milioni di euro l'anno”. 
 
L’assessore ha quindi proposto ai rappresentanti delle organizzazioni dei produttori una sequenza di impegni e di interventi da condividere: ricerca chimica sugli insetticidi più idonei e meno volatili e ricerca biologica sugli antagonisti mirata non solo all’introduzione della vespa samurai, ma anche alla valorizzazione di insetti autoctoni; coinvolgimento diretto del Crea e delle sue sperimentazioni; un tavolo nazionale nel quale Governo e Regioni possano condividere velocemente gli esiti di ricerche e sperimentazioni, individuare parametri ed eventuali deroghe per l’utilizzo di prodotti fitosanitari, attivare forme di indennizzo e di sostegno.
 
“La Regione Veneto ha già stanziato quasi un milione di euro del proprio bilancio nel biennio 2019-2020 per fronteggiare l’emergenza – ha ricordato Pan – finanziando in particolare la ricerca, affidata all’Università di Padova, e sostegni agli agricoltori per reti antinsetto, trappole, dissuasione feromonica. Ma questa non è una battaglia che potremo vincere da soli  ha concluso - Serve l’impegno unitario e coordinato di associazioni e istituzioni ad ogni livello per predisporre un piano nazionale straordinario di interventi, che sia condiviso e sostenuto anche dall’Unione Europea”.


Fonte: Ufficio stampa Codipira - Condifesa Trento