Cimice asiatica, le regole da seguire a casa

Caselli: «L'insetto è un problema di tutti. E ogni persona ci può aiutare»

Cimice asiatica, le regole da seguire a casa
L’educazione del consumatore può essere utile per attenuare la diffusione futura della cimice asiatica in Italia. Ecco perchè sarebbe opportuno incoraggiare le condotte più corrette da seguire fin dai luoghi domestici. Ne è cosciente la Regione Emilia-Romagna che, tra l'altro, lancerà a breve una raccolta massiva di cimici vive per moltiplicare l'antagonista naturale (vespa samurai) non appena arriverà il via libera governativo alla lotta biologica.

"Le persone che catturano la cimice asiatica nelle proprie abitazioni non la devono gettare viva nel water, in quanto essa potrebbe comunque trovare il modo per uscire dall'acqua", ha sottolineato Simona Caselli, presidente dell’Areflh (Associazione delle regioni e dei produttori europei dell’ortofrutta) e assessore all’Agricoltura dell'Emilia-Romagna, nell’ambito della 15esima Giornata della Noce di New Factor
 
"In casa, il comportamento più appropriato è quello di mettere l'insetto dentro un secchio con acqua e detersivo, in modo da avvelenarlo - ha aggiunto - In alternativa, è consigliabile aspirarlo con l’aspirapolvere per poi congelare il sacchetto raccoglitore nel freezer per 10 minuti". Semplici azioni, queste ultime, che se adottate da tutti potrebbero aiutare l’Italia a contenere la proliferazione della specie. Perché la cimice asiatica è e sarà sempre più un problema di tutti.  


Simona Caselli

Nel frattempo, la portata dei danni al settore agricolo ha già raggiunto valori spaventosamente elevati. Solo per due colture ortofrutticole, pero e pesco, si stimano 350 milioni di euro nel Nord Italia. E manca tutto il resto: mele, kiwi, nocciole, verdure, soia, grano. “Credo che alla fine, una volta che saranno calcolate tutte le perdite, si arriverà a una cifra impressionante, mai vista prima in agricoltura”, ha evidenziato Caselli.

L’ammontare monstre del danno è fuori dalle possibilità economiche del ministero dell’Agricoltura. Lo Stato, con il supporto del ministero dell’Economia e delle Finanze, dovrà quindi probabilmente farsi carico della spesa per indennizzare le aziende agricole colpite, intervenendo sulla Legge Finanziaria e riconoscendo la cimice asiatica come emergenza nazionale. “I risarcimenti sono essenziali - ha sottolineato ancora Caselli - Oggi, però, c’è anche bisogno di bloccare la morte finanziaria delle aziende danneggiate, attraverso un provvedimento statale che permetta loro di rinviare le scadenze ordinarie legate a mutui bancari, prestiti di conduzione e pagamenti dei contributi”.

La partita non si gioca solo in Italia, ma anche sui tavoli europei. “Ci stiamo muovendo - ha concluso la presidente dell’Areflh - per cercare di ottenere una modifica del Regolamento europeo. Alcune imprese, a causa delle riduzioni di fatturato drammatiche, rischiano di perdere il riconoscimento di Organizzazione di produttori, specie quelle più piccole e specializzate sulla pera. Dal punto di vista degli incentivi, poi, chiediamo all’Ue che la spesa per le reti anti insetto possa essere finanziata all’80%. Vorremmo infine ottenere sostegni tramite l’articolo 221 del Regolamento e ragionare, al tempo stesso, sui fondi mutualistici per poter avere una misura a regime”.

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