«Spot Coop, polemiche fuori luogo»

Cera (Maap e Georgofili): non è un attacco all'agricoltura, fa breccia soprattutto tra i giovani

«Spot Coop, polemiche fuori luogo»
Giocare all’attacco traendo un vantaggio, rimarcando in positivo la differenza e il valore della nostra agricoltura rispetto a quella dipinta nelle immagini televisive invece di polemizzare: l'ideale invito espresso dal managing director di Agroter Roberto Della Casa nell’editoriale di venerdì scorso dedicato allo spot di Coop viene sposato in pieno da Francesco Cera, che oltre a essere direttore del Maap di Padova è accademico corrispondente dei Georgofili.

“Vengo dal mondo dell’agricoltura, ho un’azienda agricola e considero quello spot tra i più originali e penetranti nei confronti del consumatore finale dal punto di vista della comunicazione e del marketing”, scrive Cera. “Quando si analizza uno messaggio pubblicitario non bisogna analizzarlo con i parametri canonici, puramente descrittivi, di ciò che mostra, ma guardare oltre, ovvero al messaggio subliminale costruito per arrivare allo spettatore. A me non è venuto in mente un attacco all’agricoltura quanto il messaggio che la catena vuole dare ai propri clienti, cioè che acquista prodotti garantiti dal punto di vista della salubrità e delle condizioni di lavoro”.



“Attenzione - aggiunge Cera - all’effetto excusatio non petita accusato manifesta: condannare per autodifesa spesso soddisfa chi lo fa ma non buca, come messaggio, e rischia di provocare l’effetto boomerang, specie se i destinatari non sono addetti ai lavori”.

Cera spiega a Italiafruit News di apprezzare l’ironico video realizzato dall’azienda Laffi di Budrio (una risposta affidata a immagini analoghe di buona fattura, che hanno trovato eco sui social). E conclude: “I miei figli, come molti loro amici, adorano lo spot Coop: l’agricoltura deve parlare ai giovani e al consumatore finale, a coloro che valutano e comprano… La difesa di una categoria fine a sé stessa non porta a niente”.

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