«Nuovi prodotti anti cimice? Solo la scienza può approvarne l'impiego»

Si apre il dibattito sulla soluzione annunciata dall'Ambrogio Italia

«Nuovi prodotti anti cimice? Solo la scienza può approvarne l'impiego»
"Per ottenere dei risultati concreti occorre fare affidamento alla scienza, che è molto diversa dalla burocrazia. Non esistono lungaggini burocratiche, ma ci sono regole europee che disciplinano, appunto, la registrazione degli agrofarmaci sul territorio dell’Ue. E' un procedimento lungo e dispendioso che necessità di prove scientifiche". Così un agronomo interviene in merito all'articolo «Cimice asiatica, abbiamo trovato un possibile rimedio», che evidenzia le presunte potenzialità difensive di una miscela a base naturale sviluppata dall'azienda Ambrogio Italia e l'impossibilità di immetterla sul mercato.  

"La burocrazia che cita il signor Giovanni Ambrogio si chiamano regole per registrare prodotti fitosanitari - prosegue - Ogni principio attivo deve seguire delle regole precise per escludere ogni possibile rischio per la salute dell'uomo e dell'ambiente. Non basta che un prodotto sia naturale per essere distribuito, senza nessuna regola, nell'ambiente: Socrate si è suicidato con la cicuta, una pianta della famiglia dell'ombrellifere che cresce spontaneamente. Che dire poi dell'estratto di legno Quassio con un potenziale cancerogeno pari alla benzina... Gli esempi potrebbero continuare".

L'agronomo tiene poi a sottolineare che "anche se una Università fa sperimentazione, prima di portare un nuovo agrofarmaco sul mercato bisogna sempre seguire il regolamento europeo 1107/2009. Al termine della valutazione viene emesso un decreto dallo Stato membro che autorizza il prodotto per l'applicazione in campagna. Gli agrofarmaci sono autorizzati quindi per legge dello Stato - conclude - Gli altri prodotti usati in campo come ad esempio concimi e biostimolanti non subiscono alcun controllo legislativo, se non per il titolo dell'elemento che apportano".

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