«Cimice asiatica, servono nuove figure professionali»

Dall'Ateneo di Bologna l'input per rispondere alle minacce nei campi

«Cimice asiatica, servono nuove figure professionali»
Nei campi imperversano patologie e insetti, ma la risposta alle tante minacce tarda ad arrivare. Ecco allora che servono figure professionali inedite, come il “medico delle piante”, per combattere i nemici subdoli di frutta e verdura capaci di proliferare in maniera pressoché indisturbata. E’ la conclusione cui giungono la professoressa Assunta Bertaccini e la ricercatrice Eleonora Satta (entrambe del Dipartimento di Scienze e tecnologie agroalimentari dell’Università di Bologna), impegnate nello studio delle specie aliene e dei nuovi patogeni che colpiscono l’agricoltura. Bertaccini coordina tra l’altro il progetto europeo “Tropicsafe”, finanziato nell’ambito di Horizon 2020, che analizza le conseguenze del dilagare di batteri trasmessi da insetti e parassiti della vite, delle palme e degli agrumi.

Per le due studiose, intervistate del Resto del Carlino, conoscenza e studio sono fondamentali per una gestione più consapevole e la formazione di professionisti più qualificati è essenziale per evitare che vecchi e nuovi patogeni decretino la fine di tante aziende mettendo a repentaglio un settore che fa leva sulla biodiversità.

L’elenco dei nemici è del resto sempre più lungo: dalla cimice asiatica al moscerino killer delle ciliegie, dal cinipede galligeno dei castagni alla Psa, dal vaiolo delle drupacee al punteruolo rosso delle palme, solo per citare i principali. Una situazione davvero allarmante, anche perché in continua evoluzione: “Stiamo monitorando - dicono le due studiose - un batterio che ha compromesso l’industria della patata in Australia e Usa: una sua variante genetica, in Europa, ha infettato le colture di carota ed è attualmente in fase di diffusione”.