Il clima autunnale non rilancia i Mercati

A Nord il piatto piange: «Si vende poco di tutto, al palo anche l'export»

Il clima autunnale non rilancia i Mercati
L’autunno punge il Nord Italia: vento e pioggia fanno scivolare le temperature su livelli più consoni alle medie stagionali mentre in larghe aree del Centro e del Sud le massimo restano vicine ai 20 gradi. L’arrivo del freddo, però, non "ringalluzzisce" le vendite delle produzioni tipiche del periodo e nei Mercati all’ingrosso settentrionali i bilanci sono nella maggior parte dei casi in rosso: “Una settimana molto sottotono”, la definiva venerdì il grossista Stefano Cavaglià dal Centro agroalimentare di Torino. “Il maltempo ha frenato le vendite, davvero poche: speriamo in una ripresa”.

“Il trend, rispetto alle precedenti settimane caratterizzate da un caldo atipico, è stabile e ciò non è positivo: vendiamo poco, i prezzi restano medio-bassi”, aggiunge, da Genova, l’imprenditore Giovanni Vernazza.



"Una settimana faticosa - dice Fausto Vasta dall'Ortomercato di Milano - per un paio di giorni è mancata merce, complice la difficoltà di raccogliere in campo a causa del maltempo, con prezzi alti per alcune referenze come le zucchine; poi le quotazioni si sono ridimensionate. Per i kaki non è una stagione felice, i listini sono in calo, hanno invece iniziato benino agrumi e clementini italiani, di buona qualità, mentre il prodotto spagnolo anno dopo anno costa sempre meno. Le pere stanno spuntando buoni pezzi, la Decana olandese sui 2 euro il chilo e quella italiana sopra i 2,20. Trend delle mele in linea con quello dello scorso anno".

"L’autunno finalmente ha iniziato a farsi sentire - commenta, sempre da Milano, Salvatore Musso - il freddo tanto atteso è arrivato, accompagnato dal maltempo. Sono sparite pesche, albicocche, nettarine e drupacee varie, al loro posto si sono insediati castagne, cachi, kiwi, uva, melagrane, arance, clementini e finalmente le mele italiane. E' ancora presto per parlare di miglioramenti nelle quotazioni, il continuo variare del tempo negli ultimi giorni, sopratutto nei luoghi di produzione, crea instabilità nei mercati e quindi nella determinazione dei prezzi. Le zucchine negli ultimi giorni hanno visto raddoppiare il prezzo passando dai circa un euro il chilo della scorsa settimana a oltre i due euro dei giorni scorsi. Per assurdo i primi clementini di Calabria, decisamente migliori come qualità e sapore rispetto alle varietà spagnole, stentano a essere valorizzati come meriterebbero, vuoi per la massiccia presenza di prodotto d’importazione, vuoi per il comportamento, a mio avviso sleale, di diverse catene della grande distribuzione che in concorrenza tra loro, propongono promozioni a prezzi al di sotto delle quotazioni dell’ingrosso".



Negativa la percezione al Centro agroalimentare di Verona: “Navighiamo nel buio, novembre è stato davvero molto opaco ed è significativo che anche articoli dalla ridotta disponibilità come pere e zucchine fatichino ad andare via”, la testimonianza di Andrea Saturnini. “Noto una riduzione dei consumi importante e quotazioni ai minimi termini: le arance si vendono a meno di un euro il chilo. In generale tutti i prodotti mostrano poco mordente”. Il grossista veneto puntualizza che c'è anche un problema di export: “L’aumentata capacità di produzione dei Paesi europei, con il clima che estende la disponibilità della materia prima anche in periodi un tempo impensabili, sta causando la perdita di clienti che un tempo servivamo regolarmente, qui a Verona: non vediamo praticamente più bosniaci ungheresi, si fa molta fatica a esportare. Non è un bel lavorare…”.

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