«Crisi drammatica al Mercato di Palermo»

Argano: crollo delle vendite da novembre, cambiano i modelli di consumo

«Crisi drammatica al Mercato di Palermo»
"La situazione è drammatica, al Mercato ortofrutticolo di Palermo è tutto fermo e, stando a quanto riferito dai colleghi di altre strutture italiane che ho sentito in questi giorni, altrove non va meglio: la gente compra sempre meno ortofrutta, sono cambiati i modelli di consumo e le conseguenza si fanno sentire anche nella media e grande distribuzione organizzata, in difficoltà". Alberto Argano, grossista di lungo corso, presidente della locale associazione di categoria aderente a Fedagromercati è preoccupato: "Non è un problema né di prezzo né di quantità - spiega - con questo clima mite siamo in piena produzione con gli ortaggi locali. Sono circa due mesi che non battiamo chiodo, da novembre è iniziata un'emorragia interrotta solo dalla settimana natalizia, salvo poi riprendere: rispetto all'analogo periodo dello scorso anno, registriamo un calo di vendite del 30% circa".

"Fatta eccezione per le clementine, che ottengono buoni prezzi perché a fine campagna e perché disponibili con il contagocce - incalza il grossista palermitano - va male tutto: dagli ortaggi della fascia trasformata, che si svendono a un euro il chilo, agli agrumi siciliani, con arance e mandarini commercializzati a 60-70 centesimi il chilo". 


Foto del Mercato di Palermo d'estate. Ma anche in questi giorni nel capoluogo siciliano la temperatura massima sfiora i 20 gradi

Il motivo della crisi? Per Argano è cambiata la filosofia del consumo: "Anche nel Mezzogiorno, sempre più, si cerca il prodotto già confezionato, il pronto al consumo. Si cucina sempre meno, le tradizioni lasciano il passo a forme di alimentazione più veloci, l'aperi-cena e lo street-food la fanno da padroni... E il nuovo che avanza, inevitabilmente, si ripercuote anche sulla filiera e sul modo di proporre frutta e verdura".

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