«Perché considerare esotica la vespa samurai?»

Lama (Koppert): «E' ormai naturalizzata, liberalizzare allevamento e rilascio dell'insetto»

«Perché considerare esotica la vespa samurai?»
C'è grande attesa per la firma del ministro dell'Ambiente al decreto che potrebbe dare il via libera al rilascio della vespa samurai: l'insetto è infatti la principale speranza per il controllo di Halyomorpha halys.
Da mesi si aspetta il via libera burocratico, con il decreto attuativo che stabilirà, fra le altre cose, modalità di produzione e di rilascio nell’ambiente della vespa samurai, ma intanto la primavera è alle porte e il mondo della produzione ortofrutticola trema. Abbiamo chiesto a Renato Lama, country manager di Koppert Italia, società specializzata nel controllo biologico ed integrato delle colture e nel settore dell'impollinazione naturale, una opinione al riguardo.



"La cimice asiatica nel solo 2019 ha causato all’agricoltura italiana danni per oltre 588 milioni di euro, di cui 267 milioni solo sul comparto pere - ricorda Lama - Ha inoltre causato un significativo aumento nell’utilizzo dei fitofarmaci insetticidi da parte degli agricoltori nel tentativo di controllare il parassita. In numerosi convegni, tenuti lo scorso anno e fino a oggi, è apparsa evidente la preoccupazione degli agricoltori e della filiera agricola in generale per i danni causati alle coltivazioni di frutta e per le inevitabili ripercussioni su tutta la filiera della trasformazione e commercializzazione".

Halyomorpha halys è un pentatomide accidentalmente importato dall’Asia; prima negli Stati Uniti e poi comparsa in Europa, Italia in particolare. "Fa parte di quel gruppo di insetti dannosi detti 'autostoppisti', perché vengono introdotti in nuovi areali tramite il commercio o lo spostamento di macchine e altri mezzi di trasporto - prosegue il country manager di Koppert Italia - Tutti i ricercatori concordano sulla scarsa efficacia degli antagonisti naturalmente presenti sul territorio italiano, fra cui alcuni parassitoidi appartenenti al genere Ooencyrtus e Anastatus, mentre risultano efficaci parassitoidi esotici del genere Trissolcus (T. japonicus, T. mitsukurii); esotici in quanto originari rispettivamente di Cina e Giappone e attualmente considerati non presenti naturalmente in Italia".



Ma proprio su quest'ultimo aspetto che si potrebbe aprire il dibattito. "Nel 2018 alcuni servizi fitosanitari regionali, Crea, altri istituti pubblici di ricerca hanno segnalato il ritrovamento di T. japonicus in Lombardia e Piemonte e T. mitsukurii in Friuli Venezia Giulia, entrambi rivenuti su vegetazione non soggetta a trattamenti antiparassitari - puntualizza Lama - Nel 2019 entrambi i parassitoidi di origine asiatica sono stati rinvenuti con maggiore frequenza anche in altri areali in cui cimice asiatica è presente: Veneto, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige. Sembra evidente che lo stesso 'autostop' utilizzato dalla cimice sia stato utilizzato anche dai suoi nemici naturali che si stanno ora riproducendo naturalmente negli areali già occupati dalla cimice; viene spontaneo chiedersi se sia ancora corretto considerare “esotici” gli insetti utili Trissolcus japonicus e Trissolcus mitsukurii - conclude il country manager di Koppert Italia - o invece reputarli oramai “naturalizzati” liberalizzandone allevamento e rilascio nell’ambiente, aumentando così i quantitativi di insetti utili disponibili ed accelerando l'azione di controllo naturale".

Copyright 2020 Italiafruit News