Linee di lavorazione ai limiti, scommessa forniture

Rivoira: capacità ridotta. Dalpiaz: organizzarsi paga. Il buyer: problemi di stress e disponibilità

Linee di lavorazione ai limiti, scommessa forniture
Linee di lavorazione e logistica sempre più in tensione: i prodotti alla Gdo arrivano, ma le difficoltà non mancano. E all’orizzonte si profila il (serio) problema di trovare persone disposte a raccogliere frutta e verdura nei campi. E’ uno scenario complesso quello che il coronavirus sta imponendo al settore. Sul profilo Facebook personale, Marco Rivoira ha postato foto delle sale di lavorazione dell’azienda piemontese ai tempi del Covid-19: si vedono addetti dotati dei supporti di sicurezza richiesti dalle ultime disposizioni distanziati tra loro di un metro e mezzo da appositi separè.  Sui nastri, le mele del Gruppo. “Siamo blindati da tre settimane e con le attuali restrizioni la capacità produttiva è scesa di un 20% circa nonostante il grande impegno dei collaboratori”, spiega Marco Rivoira. 



“Tutti i giorni all'ingresso viene misurata la temperatura di chi lavora e che opera su due turni. In sottofondo, musica. E’ veramente dura e temiamo che nel giro di qualche giorno, con il diffondersi del virus, possa verificarsi un calo della forza lavoro così come della disponibilità di materia prima. Chi si occuperà della raccolta fino a maggio-giugno in Italia ma anche in Spagna, dove gli effetti del Coronavirus sono in ritardo di una decina di giorni? Andiamo verso forti limitazioni della circolazione delle merci e delle persone nei Paesi produttori, sarà un problema serio”. “E forse - conclude Rivoira - la frutta dovremo farla raccogliere agli italiani che non hanno un posto di lavoro lavoro…”.



Il sistema organizzato sta rispondendo meglio di altri alle nuove sfide: “Al momento il problema principale è legato alla logistica - afferma Alessandro Dalpiaz, direttore di Apot e Assomela - Mancano all'appello camion refrigerati bloccati a causa dell’effetto-quarantena ma nel complesso, finora, il sistema-Trentino sta ben gestendo la situazione”.  “Negli stabilimenti c’è un rallentamento delle operazioni per l'implementazione delle norme, senza però effetti traumatici”, dice ancora Dalpiaz. 

"I protocolli comportamentali nel Distretto delle mele trentino funzionano", aggiunge. "La distanza nelle linee viene gestita al meglio, mentre si lavora per aumentare la turnazione. Il tutto nell'ottica di mantenere la capacità di fornitura. E' un’altra dimostrazione che le strutture cooperative forti sono riferimenti fondamentali per reagire al meglio a situazioni eccezionali come queste”. Problemi di approvvigionamento non ce ne sono, al momento, conclude DalPiaz, secondo cui “il rischio potrebbe arrivare dall’estero, vale a dire da politiche di restrizione nei confronti dell’Italia”. 



Venerdì il buyer di una catena del Nord Italia ha scritto alla redazione di Italiafruit: “In questi giorni di grande tensione e confusione mi piacerebbe leggere che se da un lato è vero che il momento è propizio per le vendite, con richieste anche quintuplicate rispetto ai normali ordini quotidiani, dall'altro c’è un grande problema di stress e di disponibilità; le produzioni ortofrutticole  sono garantite, ma nei termini e nei modi dettati dalla criticità in sede di linee di lavorazione per l’adeguamento alle normative e per la mancanza di forza lavoro: su alcune categorie merceologiche come mele, arance e patate in primis registriamo cali di fornitura tra il 30 e il 50% circa. Nei prossimi giorni e settimane, il sistema potrebbe subire pesanti contraccolpi”.

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