Asparagi, manca la manodopera

Il produttore Vesentini (16 ettari): in Veneto non si trovano operai

Asparagi, manca la manodopera
Manca manodopera nelle asparagiaie del Nord Italia. Nelle ultime due settimane, a causa dell’esplosione dei casi di coronavirus in Italia, la stragrande maggioranza degli operai stranieri dell’Est Europa e dei Balcani non sono arrivati nel nostro Paese per compiere le tradizionali attività di raccolta manuali. E, di conseguenza, alcuni produttori hanno già deciso di non raccogliere niente per quest’anno, rimettendoci di tasca propria gli importanti costi sostenuti per preparare gli impianti (concimazioni, trattamenti, coperture, ecc.). 

Come spiega a Italiafruit News il produttore Luca Vesentini, socio della società agricola F.lli Vesentini di Ronco all’Adige (Verona), “gli asparagicoltori della nostra zona, un’area tipica e vocata soprattutto per la coltivazione dell’asparago bianco, riscontrano mediamente una carenza di lavoratori che va dal 50 all'80%. Io sono uno dei pochi fortunati, nel senso che adesso mi manca circa il 30% della forza lavoro: avendo anche dei meleti, avevo fatto venire alcuni operai esteri poco prima dello scoppio dell’epidemia, per realizzare le varie operazioni di campo.



I coltivatori di asparagi che oggi rilevano i problemi maggiori sono quelli specializzati nelle produzioni tardive in campo aperto, solitamente gli ultimi a reperire la manodopera. In Veneto, la raccolta di asparagi è iniziata da una decina di giorni, con il coronavirus che ha dato a questo comparto una vera e propria mazzata anche a livello commerciale, “una botta al collo” come la definisce Vasentini. 

“Gli impianti si trovano al 10% della loro potenziale - prosegue - Le quantità sono quindi limitate, ma in tutta Europa il livello attuale di consumo è scarsissimo a causa delle chiusure di ristoranti, hotel, pub e mercati rionali. L’unico canale che è adesso va bene è la Gdo, dove stiamo ovviamente cercando di penetrare con più incisività. Speriamo che i nostri clienti delle catene di supermercati ci possano tenere a galla”.

“Visti i gravi problemi legati alla manodopera e al commercio, alcuni dei miei colleghi veronesi hanno già detto che non raccoglieranno i turioni per evitare di buttare il prodotto e di subire perdite. Fra i produttori più piccoli, poi, c’è addirittura ha già arato le asparagiaie nella disperazione”.



In questa situazione negativa, l’azienda F.lli Vesentini, che produce asparagi bianchi e verdi da 25 anni, coltivandoli su 16 ettari sia sotto serra sia in campo aperto, pensa di proseguire le raccolte fino ad inizio giugno. “Per il momento stiamo adottando tecniche di raffreddamento in acqua fredda per allungare la conservabilità del prodotto fino a una settimana dalla raccolta”.

“Io voglio essere comunque ottimista - conclude - I consumi dei turioni raggiungono come noto il picco nel periodo pre-pasquale, quindi spero e mi aspetto che il mercato possa diventare maggiormente ricettivo dal 25 marzo in avanti. Deve essere per forza così. Altrimenti l’unica possibilità che avrò sarà quella di spianare alcune delle mie asparagiaie, aspettando il 2021. Con l’aiuto di mio nipote, intanto, ci stiamo cercando di organizzare per iniziare a fare consegne gratuite a domicilio nel nostro comune di Ronco all’Adige”.

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