Il gelo fa strage di drupacee e kiwi gialli

La mappa dei danni da Nord a Sud. E, purtroppo, non è finita

Il gelo fa strage di drupacee e kiwi gialli
L’Italia ritrova l’inverno pochi giorni dopo l’inizio ufficiale della primavera e per diverse aziende la stagione è compromessa ancora prima di iniziare. Infatti, nella mattinata di ieri si sono registrate temperature di diversi gradi sotto lo zero in tutto il Nord Italia, mentre le regioni centro meridionali del versante adriatico - dalle Marche alla Puglia - sono state imbiancate da nevicate a tratti intense. 

Adesso parte la conta dei danni probabilmente ingenti soprattutto per quanto riguarda le drupacee, albicocco in primis. Situazione peraltro aggravata da un ciclo colturale in netto anticipo di circa due settimane rispetto alla media, con la conseguenza che le piante sono sicuramente più suscettibili ad un ritorno di freddo. Vediamo nel dettaglio cosa è successo nelle principali aree ortofrutticole italiane.

Il quadro dell’Emilia-Romagna
In Emilia-Romagna già all’inizio della scorsa settimana c’erano state le prime avvisaglie (clicca qui per leggere l’articolo), con temperature prossime allo zero. Questa volta la situazione è decisamente più grave come spiega ad Italiafruit News Nicola Servadei, presidente della sezione frutticola di Confagricoltura Ravenna: “Già verso le 10 di sera le temperature sono scese sottozero, e la situazione si è protratta per tutta la notte, con i classici picchi verificatesi all’alba. Mediamente i termometri, a parte l’area costiera (dove ha nevicato), hanno registrato valori ben al di sotto dello zero termico, fra -2 e -4°C con punte di 8 gradi centigradi sotto zero. Questi valori minimi, per di più prolungati nel tempo, rendono pressochè vani l’utilizzo di impianti anti brina sia ad acqua che a ventola che sono stati comunque messi in azione dove presenti. Il risultato è una catastrofe: diverse varietà di albicocche sono nella fase di allegagione ed hanno perso la totalità della produzione; danni importanti anche per susine e per pesche e nettarine, così come il kiwi giallo che era ad inizio germogliamento, mentre il kiwi verde essendo ad uno stadio fenologico più precoce dovrebbe aver subito meno danni”.


Lessatura dei germogli di kiwi giallo

“Le uniche note positive - prosegue Servadei - provengono dal comparto delle pomacee (mele e pere) che non sono ancora in piena fioritura e quindi sono certamente più resistenti agli abbassamenti termici, così come le fragole in pieno campo non hanno subito la lessatura dei fiori a patto che fossero protette con il tessuto non tessuto”.

Esaminando i valori registrati dalle capannine meteo, si nota come tutta la regione è stata colpita da questa ondata di freddo, con temperature medie intorno a -2 e -3°C, che ha raggiunto il picco a Carpi con -6,4° C sotto zero. La provincia di Rimini e parte dell’area confinante sotto Cesena, sembra aver beneficiato della mitigazione del mare e si è mantenuta sopra lo zero.

"La gelata pone il settore frutticolo emiliano-romagnolo a rischio di sopravvivenza", come sottolinea Davide Vernocchi, presidente di Apo Conerpo, Organizzazione di Produttori con sede a Villanova di Castenaso (Bologna) che raccoglie 6.000 soci produttori agricoli, in maggioranza dell’Emilia-Romagna, riuniti in 51 cooperative. “Per le drupacee il danno è imponente: è compromessa quasi la totalità della produzione di albicocche e molto ingenti sono i danni su pesche, nettarine e susine, così come sulle delicate coltivazioni di kiwi giallo. Resta da valutare l’impatto sulle pomacee, in particolare per quanto riguarda le pere, il cui sviluppo era più arretrato rispetto a quello degli altri frutti”. 

Un colpo durissimo che si abbatte su un settore già pesantemente colpito dalle difficoltà del 2019. “Occorre che la Regione Emilia-Romagna e il Governo, che pur si trovano ad affrontare un’emergenza senza precedenti, si attivino immediatamente per prevedere delle iniziative a tutela delle imprese agricole danneggiate da questa gelata. Se perdiamo gli agricoltori, chi garantirà la presenza di frutta e verdura fresche nei banchi dei supermercati?”.


Fiori necrotizzati di susino

Il Punto del Nord Italia
L’ondata di freddo e gelo non ha risparmiato il resto del Nord Italia: dalla Lombardia al Friuli, passando per il Veneto fino ad arrivare alle montagne trentine, i danni alle colture ortofrutticole sono ovunque ingenti. Coldiretti stima forti perdite in tutto il comparto delle drupacee, a partire dall’albicocco, seguito da susine, ciliegie, pesche nettarine ed una quota di actinidia. Anche le colture sotto tunnel come il melone nel Mantovano sembrano aver subito gravi perdite, che verranno quantificati nelle prossime ore. Pure i melicoltori di tutto il Trentino-Alto Adige non hanno dormito sonni tranquilli nonostante abbiano attivato tutti i sistemi di protezione possibili. Coldiretti Trento sottolinea come le mele sono ad uno stadio fenologico che gli dovrebbe aver consentito di limitare i danni, nonostante si siano toccati 7 gradi sottozero in Val di Non; per tutte le altre colture ortofrutticole della bassa trentina i danni sono consistenti. 

In controtendenza il Piemonte che per ora non ha registrato danni significativi come illustra ad Italiafruit News Michelangelo Rivoira del Gruppo Rivoira: "Il pericolo nelle nostre zone deve ancora venire, per mercoledì e giovedì è previsto un calo termico importante, con temperature sottozero. Il momento risulta particolarmente delicato per le drupacee come pesche, nettarine e albicocche”. Anche il tecnico piemontese Graziano Vittone, ex responsabile della sezione frutticola del Creso, conferma: “In Piemonte i problemi maggiori potrebbero verificarsi per il pesco e l’albicocco, già fioriti da una ventina di giorni. Il susino, il ciliegio e il kiwi si stanno avvicinando alla fioritura, mentre alcuni meleti presentano i primi bottoni”.

La situazione al Sud
In tutta l’area Meridionale la situazione è estremamente variegata. Sicuramente il versante adriatico ha subito molti più danni rispetto a quello tirrenico a causa di una perturbazione che ha portato nevicate dalle Marche fino alla parte Nord della provincia di Bari. Proprio la Puglia è la regione meridionale più colpita dal questo improvviso ritorno di freddo, dove si è registrato il brusco abbassamento delle temperature fino a -1 gradi, quando due giorni fa si registravano anche 23 gradi. Le situazioni più gravi si notano nelle province di Bari, Bat e Foggia dove occorrerà verificare i danni provocati sia alle colture orticole in piena raccolta come cicorie, carciofi cavoli e bietole, sia alle colture arboree in fase di fioritura o allegagione come ciliegio, mandorlo ed albicocco.


Neve in Puglia

Scendendo lungo lo stivale le temperature minime si sono gradualmente alzate, ed una regione ad alta vocazione ortofrutticola come la Basilicata sembra non aver avuto grossi problemi come afferma ad Italiafruit News Carmelo Mennone, responsabile tecnico dell’azienda sperimentale Alsia: “Fortunatamente non abbiamo riscontrato minime al di sotto dello zero. Anzi, la scorsa mattina il termometro si è fermato a +4°C, così come in tutta la regione non ci sono state gelate. C’è stato qualche danno sugli agrumi per il forte vento, ma niente di trascendentale".

La stessa situazione si registra anche in Campania. "Per fortuna, nella notte tra lunedì e martedì le temperature non sono andate sottozero e, quindi, non si sono verificate gelate", ha spiegato a Italiafruit News Serena Pittella dell'Aop Luce. "Siamo comunque preoccupati per le prossime nottate. Speriamo che la vicinanza al mare dei nostri impianti possa mitigare i rischi".


Asparago bruciato dal freddo

Le previsioni future
Fra oggi e domani l’allerta gelo rimane comunque alta. Tutti i meteorologi prevedono infatti un rialzo delle temperature a partire dalla giornata di venerdì, mentre oggi e domani saranno caratterizzate da basse temperature con possibili nevicate anche a bassa quota. C’è il concreto rischio che nei prossimi giorni la conta dei danni sarà ancora più grave.

Ha collaborato Daniele Bianchi 
 
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