Vendite in crescita, ma senza frenesia

Il punto con la Gdo: "Complimenti alla produzione, che tiene il passo"

Vendite in crescita, ma senza frenesia
La crescita delle vendite di ortofrutta in Gdo continua ma, rispetto alla settimana precedente, rallenta. Il Monitor Ortofrutta di Agroter torna ad analizzare i trend della settimana appena trascorsa verificando gli effetti del coronavirus sul mercato distributivo con tre importanti catene, per dare ai lettori di Italiafruit News un quadro valido su tutta la Penisola.

Giampiero Gasparro, ortofrutta Conad Nord Ovest, parla di una settimana appena chiusa - la numero 12 - con trend ancora nettamente positivi, ma non paragonabili a quelli della settimana precedente (la 11), in cui i magazzini hanno evaso quasi il doppio dei colli rispetto all’anno precedente. Questo riguarda, in generale, l’intera nuova cooperativa di Conad (nata dalla fusione tra Nordiconad e Conad del Tirreno) con oltre 580 negozi principalmente in area 1, 2 e 3, concentrati in Toscana, Emilia Romagna, Sardegna, Lazio, Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta. “Due settimane fa, durante la week 11 - sottolinea Gasparro - dai magazzini di Conad Nord Ovest sono usciti oltre 120mila colli medi giornalieri, rispetto ai 80mila medi della settimana prima, la 10. Quindi con un balzo di oltre un +50% che, nella scorsa settimana, la 12, si è ridimensionato, anche se ancora sopra la media del 20-30%. Il tutto con solo un 3% di inevasi. Faccio i complimenti a tutti gli operatori delle varie piattaforme di Conad Nord Ovest. Non li ringraziamo mai abbastanza. Devo fare i complementi anche ai fornitori - continua il manager - che nella situazione di emergenza sono riusciti a tenere il passo, pur con tutti i problemi di produttività legati al personale contingentato ed ordini aumentati di oltre il 30%”.

A livello di famiglie e prodotti, come per tutte le realtà distributive, le referenze stoccabili hanno registrato gli incrementi maggiori. “Ma anche nella IV Gamma, dopo qualche difficoltà, rileviamo ottimi trend”, evidenzia Gasparro, che sottolinea l’importanza di fare sistema con i fornitori, specialmente quelli nazionali. “Potrebbe essere un’occasione per ridefinire la relazione tra distribuzione e produzione. È necessario privilegiare i fornitori italiani. Ad esempio nelle fragole, famiglia critica in questo periodo, insieme al prodotto spagnolo  - che da maggiori garanzie di volumi - vendiamo e privilegiamo il prodotto italiano.”
Tra le diverse regioni e aree geografiche non si rilevano grandi differenze. “Cosa diversa, invece, se si analizzano i diversi canali. I trend sono tutti positivi, ma con grandi disparità: i negozi di vicinato sono quelli che sicuramente beneficiano di più delle restrizioni domiciliari. Quelli più grandi, a causa dei divieti di spostamento tra comuni, crescono meno. Ma in ogni caso crescono. Il format Sapori&Dintorni, invece, è quello che in questa situazione anomala soffre di più, essendo posizionato in aree prettamente turistiche, come i negozi in centro a Firenze.



“È una situazione strana, a tratti paradossale. Aziendalmente ci siamo strutturati per lavorare quanto più possibile da casa, facendo turni negli uffici per mantenere le disposizioni anti contagio - prosegue il responsabile ortofrutta di Conad Nord-Ovest - Ad oggi, però, non rileviamo criticità che potrebbero ingigantirsi in futuro, a parte il canale Horeca che soffrirà molto se la situazione dovesse perdurare. Inoltre, siamo alle porte della primavera e potrebbero acuirsi i problemi di raccolta, compromettendo le campagne di inizio stagione. A livello di prezzi, per ora, non ci sono stati comportamenti speculativi da parte dei fornitori, anzi siamo in un momento deflattivo, con quotazioni non di certo in aumento”.

“Da non dimenticare - sottolinea Gasparro - ciò che viene fatto nei negozi. Forse non viene troppo spesso sottolineato, ma i punti vendita sono probabilmente quelli più colpiti dall’emergenza, poiché devono assicurare il servizio con tutte le difficoltà derivanti dalle disposizioni anti contagio e dal forte aumento delle vendite. Le cassiere, in particolare, stanno dimostrando un grande senso di responsabilità, in una situazione veramente difficile per loro”.
Gasparro chiude sottolineando come in questo periodo si stiano modificando le abitudini nel fare gli acquisti: “Non vedo una corsa alle provviste, quanto una diversa distribuzione dei consumi. Al momento sono concentrati nei canali della Gdo, ma la situazione è forzata dalla chiusura delle attività con somministrazione e dalle limitazioni nei mercati al dettaglio. Vedremo come si svilupperà a breve la Pasqua. Le nostre aree sono ad alto tasso di turisti, ma in questa fase siamo ben lontani da poter sperare in questa risorsa”.

Passiamo ora al contributo di Massimi Silvestrini, responsabile acquisti ortofrutta Carrefour Italia, importante insegna del retail italiano con una presenza massiccia su tutto il territorio nazionale, in particolare nelle regioni della Lombardia, del Piemonte e del Lazio. “Il nostro ufficio acquisti si è strutturato per lavorare tutto in smart working e con non poche difficoltà, considerando la necessità di coordinamento tra tutti i buyer - rimarca Silvestrini - Tuttavia, le piattaforme hanno reagito molto bene, con elevati livelli di servizio. Penso che, in questo momento, i nostri punti vendita debbano rappresentare un punto di riferimento per i cittadini, e noi dobbiamo continuare a garantire loro un servizio il più efficiente possibile, adottando tutte le misure atte al contenimento del Coronavirus nei modi e nelle forme disposte dalle autorità a livello locale”.



Come trend generali, Silvestrini parla di ottime performance all’interno del reparto ortofrutta. “Nei freschi, abbiamo registrato un incremento delle vendite molto forte nelle carni, seguito dall’ortofrutta. Nella settimana appena conclusa, sono molto aumentate le vendite anche dei formaggi. In generale, tutto ciò che a libero servizio ha trend più alti del servito”.
A livello di famiglie di prodotto, la migliore performance è registrata negli agrumi, in modo trasversale tra le tipologie (quindi non solo arance). Una sorpresa è stata l’ortofrutta biologica. A seguire, possiamo dire che tutto lo stagionale è andato molto bene, in particolare i kiwi, la famiglia di prodotto più performante nella frutta. Ovviamente, in tutti i casi, il confezionato è andato ancora meglio dello sfuso”.

Sul tema fragole e frutti rossi in generale, le vendite non sono state a livello della media, anzi i trend sono stati negativi. “Le diverse logiche di stoccaggio ed un acquisto più legato all’impulso, non hanno aiutato queste tipologie di prodotti. Inoltre, gli acquisti dei clienti si sono spostati verso i prodotti più “noti” per il contenuto di vitamina C, come agrumi e kiwi”. Per chiudere con la frutta: “Bene anche le mele, tuttavia si palesano rincari a causa delle quantità limitate. Le Golden sono le preferite, le rosse meno”.

Nelle verdure è palese, anche in Carrefour Italia, l’attenzione che il cliente ha rivolto ai prodotti stoccabili e da preparazione culinaria, come patate, cipolle (ma anche aglio), che hanno mostrato quantitativi quasi raddoppiati. “Bene i pomodori, anche se in modo un po’ meno intenso rispetto alla settimana precedente. Le insalate, in proporzione, soffrono di più mentre gli ortaggi da frutto (come peperoni, zucchine e soprattutto melanzane) hanno avuto crescite importanti, così come le verdure da cuocere e le brassicacee”.

“Nella IV e V Gamma - prosegue nell’analisi Silvestrini - le performance sono state più basse. Anzi, la categoria si è fermata, soprattutto la V Gamma. Gli uffici chiusi, soprattutto nei centri come Milano, stimolano le preparazioni casalinghe, quindi utilizzando prodotti meno vocati al servizio. Il trend dei legumi secchi continua ad essere molto alto, con vendite più che duplicate. Categorie che, hanno creato qualche problema logistico, lasciando scaffali non sempre pienamente riforniti”.



A livello generale, Silvestrini sottolinea come si continuano a registrare le lunghe file per accedere ai punti vendita, date sicuramente dall’attenzione che continuiamo a porre per quanto riguarda l’ingresso contingentato dei clienti. “Le nostre collaboratrici ed i nostri collaboratori sui punti vendita, come quelli che lavorano all’interno dei depositi, sono quasi degli eroi; stiamo chiedendo loro uno sforzo straordinario, dato dalla situazione di difficoltà che il nostro Paese sta attraversando. Come già accennato prima, noi della Gdo siamo un punto di riferimento per la comunità”.

Oltre a questo si segnalano problemi nei flussi un po’ in tutte le frontiere: “In Francia Perpignan, ad esempio, è un importante punto di snodo dalla Spagna, ma al momento è in forte difficoltà. Per questo stiamo sempre di più cercando di rinforzare le quote dei produttori italiani. Inoltre, stiamo anche assorbendo parte del prodotto di fornitori non diretti, quelli più orientati all’horeca e ai mercati rionali, in modo da dare un mano a tutto il sistema”.
Come previsione sulle campagne, “Sicuramente per le mele ci saranno delle problematiche, sia come disponibilità, sia a livello di aumenti di prezzi. Inoltre, siamo in chiusura sugli agrumi, che contemporaneamente hanno avuto problemi di manovalanza, in fase di raccolta. Nelle verdure, invece, si dovrebbe tutto normalizzare”.

Chiudiamo lo sguardo sul retail italiano con Mauro Fedeli, responsabile acquisti ortofrutta Conad Adriatico, cooperativa presente nel Centro-Sud Italia, in particolare in Puglia, Abruzzo e Marche. “Sulla settimana appena chiusa - evidenzia - rileviamo andamenti molto positivi, considerando che prima della crisi avevamo un trend del +25% e nella settimana scorsa siamo cresciuti del +48%, ma più contenuti di circa 10 punti percentuali rispetto a due settimane fa. Questo però, a rete non omogenea, quindi con un dato influenzato anche dalle acquisizione degli ex Auchan".

Parlando di prodotti e famiglie, Conad Adriatico rileva crescite importanti su tutto il comparto agrumicolo, in particolare arance +85% e limoni + 55%, ma anche sulle mele +99%. In generale tutti i frutti e gli ortaggi duri, quindi maggiormente conservabili (in particolare le patate + 112%), hanno mostrato forti aumenti. “Due settimane fa abbiamo raggiunto picchi, in altre famiglie, del +36%, come sulla IV gamma e del 74% sulla frutta secca e legumi. È andato tutto meglio, fragole comprese. C’è però un problema con il prodotto italiano: la produzione nazionale fatica a soddisfare i quantitativi con una programmazione anticipata, cosa, invece, in cui la Spagna riesce molto bene, grazie ad aziende più grandi e strutturate, ma anche ad una produttività maggiore”.

 

Guardando alle disponibilità future, Fedeli fa notare che “sugli agrumi, ed in particolare per il Tarocco siciliano, la campagna sta terminando. Ragione per cui la situazione sarà ovviamente in peggioramento. Inoltre le limitazioni legate alla forza lavoro acuiscono i problemi che nascono dalla maggior richiesta di prodotto. Mediamente è disponibile una forza lavoro minore di un 30%, soprattutto in fase di raccolta. Anche nei pomodori abbiamo rilevato alcuni problemi due settimane fa, la scorsa meno. Mentre nelle patate si riscontra una mancanza di prodotto dovuta ad un trend nelle ultime settimana duplicato rispetto alla media, e ad una campagna della novella siciliana (preferita al prodotto dell’Egitto) che ancora deve partire”.
Oltre alla situazione in peggioramento del Tarocco, di cui abbiamo già parlato, per le fragole le previsioni meteo non sono favorevoli, soprattutto nella fascia adriatica. Quella tirrenica, da cui ora proviene la maggior parte dei frutti, sembra che sarà meno colpita dal maltempo. Bisognerà vedere se ci saranno, però, problemi durante la settimana di Pasqua, quella clou per i consumi in generale, e per le fragole in particolare.

“L’aumento delle vendite - chiude Fedeli - è stato eclatante fino a due settimane fa. Pensate che è stata venduta merce in quantità superiori rispetto alla vigilia di Natale. La scorsa settimana, però, il fenomeno si è affievolito rilevando una normalizzazione del venduto, in particolar modo ad inizio settimana. Tuttavia, i nostri clienti hanno modificato la frequenza di spesa, andando al supermercato meno spesso”. Come per tutte le realtà distributive, chi soffre di più di questa situazione sono gli ipermercati, penalizzati sia dalle gallerie chiuse che dalla distanza dai centri più urbanizzati, difficilmente raggiungibili con le crescenti restrizioni della mobilità.

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