Clima e Covid-19, cosa succede nei Mercati

Il punto da Nord a Sud: tra prezzi in rialzo e prodotti in ripresa

Clima e Covid-19, cosa succede nei Mercati
Andamento delle contrattazioni sostanzialmente stabile nei mercati all’ingrosso, anche se per alcuni prodotti si registra un innalzamento dei prezzi a causa del maltempo che nei giorni scorsi ha rallentato la raccolta in diversi areali produttivi. E' questo, in estrema sintesi, ciò che emerge dall’analisi “Quick Service” del Monitor Ortofrutta di Agroter (clicca qui per maggiori informazioni) che ha approfondito i trend della settimana in corso interpellando i referenti di 10 fra i principali mercati ortofrutticoli italiani: Bologna, Brescia, Bergamo, Fondi, Milano, Padova, Roma, Torino, Vittoria e Verona. Per dettagli ulteriori sul servizio Quick Service clicca qui.

Il quadro generale

La settimana in corso è chiaramente influenzata dalle “bizze” del clima, con ripercussioni tanto sulla domanda quanto nell’offerta. A livello produttivo, diverse zone del sud Italia sono state colpite da ritorni di freddo improvvisi, o da forti precipitazioni, che hanno rallentato la raccolta delle principali specie orticole coltivate in pieno campo come: asparagi, carote, cavolfiori, broccoli, con un conseguente rialzo dei prezzi. Nel Nord Italia le basse temperature hanno influenzato soprattutto la domanda, che si è ulteriormente focalizzata su prodotti tipicamente invernali come pomacee, agrumi e brassicacee. In forte crisi il comparto dei piccoli frutti con le fragole che limitano le perdite rispetto alla scorsa settimana grazie ai minori volumi immessi nei mercati. Infine, tutta da decifrare la situazione spagnola. Per ora l’importazione dal Paese iberico ha subìto solo rallentamenti o rincari sul fronte logistico, ma c’è il timore che la situazione possa peggiorare visto lo sviluppo del coronavirus.

La situazione in Lombardia e Piemonte

A Bergamo, come ogni fine mese, è tempo di bilanci. “Registriamo un calo complessivo degli accessi in mercato nell’ordine del 20%, spiega il direttore Andrea Chiodi; in particolare sono i grossisti di secondo livello a mancare, mentre alcuni negozianti hanno aumentato addirittura la frequenza. Tuttavia, le perdite in termini di volumi sono bilanciate da un aumento medio dei prezzi, che da lunedì ha interessato anche prodotti in forte crisi fino a pochi giorni fa, come gli asparagi, per i quali si è verificato un incremento delle quotazioni di circa 1-1,50 euro il chilo per il prodotto nazionale, a causa della scarsità di prodotto. Anche i cavolfiori sono in costante aumento – continua Chiodi – e toccano facilmente punte di 2,50 euro il chilo. In generale tutto il comparto degli ortaggi da cuocere evidenzia quotazioni sostenute: i peperoni sono vicini a 3 euro il chilo e le zucchine oscillano fra i 2-2,5 euro il chilo, se provenienti da Fondi, o da fra 2,80 e 3 euro il chilo se di origine veronese. Invece la categoria delle insalate è ferma al palo con scambi ridotti al minimo. Infine, rispetto alla scorsa settimana, si è stabilizzato il mercato delle fragole con valori medi fra 2,50 e 2,80 euro il chilo”.



Sulla stessa lunghezza d’onda si pone il mercato di Brescia, come emerge dalla testimonianza del grossista Lorenzo Ebranati, titolare dell’azienda Garda Frutta. “Il mercato delle fragole negli ultimi giorni si è stabilizzato, dopo una settimana schizofrenica, con il prodotto premium che si colloca fra 3 e 4 euro il chilo. Gli asparagi italiani sono in netto rialzo, a causa del freddo che ha ridotto i volumi, e si vendono anche a 5-6 euro il chilo; da notare la competitività del prodotto spagnolo che si attesta fra 3,50 e 3,80 euro il chilo e con una qualità del tutto paragonabile a quella italiana. Continua la progressione di arance e mele, nonostante il rialzo continuo dei listini, due categorie di prodotto che questa settimana beneficiano di basse temperature, che ne stimola ulteriormente il consumo”.

Per quanto riguarda l’Ortomercato di Milano, Umberto Musso co-titolare dell’azienda Italfrutta Distribuzione evidenzia una fase di riallineamento dei listini, con particolare riferimento agli ortaggi. “Dalla Sicilia i prezzi stanno tornando ad un livello più consono rispetto al periodo in cui siamo. Infatti, nei giorni scorsi la carenza di offerta aveva alzato le quotazioni di melanzane, peperoni e pomodori in particolare. Tuttavia, si notano ancora delle difficoltà nel reperire carote, patate e limoni, prodotti particolarmente colpiti dalle piogge che hanno interessato il siracusano, ma contiamo di tornare nella norma nei prossimi giorni. Attualmente il prodotto più caro proveniente dalla Sicilia è certamente l’arancia rossa, favorita da una domanda sostenuta e da una offerta in progressiva diminuzione”.



Al Caat di Torino la settimana inizia col piede giusto grazie alla riapertura di diversi mercati rionali. “Da lunedì abbiamo registrato un incremento degli ingressi del 15% - sottolinea Daniele Gotto, responsabile qualità e logistica della struttura - ed il dato dovrebbe migliorare ulteriormente con la riapertura di altri mercati rionali all’interno della provincia di Torino”.

A livello commerciale Rodolfo De Marco, venditore presso la ditta Battaglio, ci ragguaglia sui principali highlight. “La riapertura dei mercati ha dato respiro ad alcune referenze in evidente difficoltà come le fragole, mentre il comparto delle pomacee corre spedito nonostante il rialzo periodico dei prezzi. Le mele, per esempio, subiscono dei ritocchi nei listini quasi settimanalmente, e questo non scoraggia la clientela che acquista senza remore tutte le varietà attualmente disponibili. Invece, le pere d’importazione si avvantaggiano di un prezzo nettamente inferiore, anche del 40%, rispetto al prodotto italiano che ormai è praticamente finito”.

Il punto dal Nord Est

A Padova continua a farsi sentire la crisi dell’export, core business del mercato. “Grazie ad una buona quota di negozianti che stanno incrementando gli acquisti - afferma Stefano Andreella, titolare della ditta Sap - sono riuscito a limitare le perdite causate dall’export. La mancanza di questo canale si nota soprattutto nella difficoltà a collocare prodotto di livello medio-basso, mentre il prodotto premium è il più ricercato dai fruttivendoli. Questa settimana si evidenzia una leggera ripresa di asparagi e fragole, che sono però ben lontani dalla performance delle arance. Un tarocco calibro 4 è venduto anche a 3 euro il chilo, mentre l’arancia Navel proveniente dalla Spagna che un anno fa vendevo a 50 centesimi adesso non scende al di sotto dell’euro il chilo con volumi in costante aumento”.

Spostandoci a Verona la situazione è analoga, come sostiene l’operatore del mercato Beatrice Fruver. “Gli importatori hanno calato notevolmente gli ordini. Per quanto ci riguarda, se paragoniamo l’andamento di questa settimana a quella dello scorso anno, notiamo un calo del 30%, senza considerare tutte le difficoltà nella gestione del posteggio legate al Coronavirus. Analizzando il trend dei principali prodotti in vendita, si nota l’ingresso in mercato dei primi meloni siciliani, fortemente penalizzati dalle basse temperature che non ne incentivano il consumo. Le fragole sono sostenute da un’offerta limitata, se no rivedremmo lo stesso andamento negativo della scorsa settimana. Lo stesso vale per l’asparago italiano che spunta prezzi alti grazie al calo dell’offerta”.

Al Caab di Bologna la settimana sta proseguendo sulla falsariga di quella scorsa, ovvero, trend positivi trainati dalle performance dei fruttivendoli in sede fissa, come conferma ad Italiafruit Maurizio Marioloni della ditta Spreafico. “Il negoziante tiene a galla il mercato e frena le perdite, diversamente saremmo in forte difficoltà. Nel nostro posteggio le vendite sono trainate dagli agrumi, sia arance che limoni, e pure le banane mantengono la loro quota di mercato a differenza dell’ananas che ha conosciuto un calo, in particolare del prodotto via aerea. In generale l’esotico sta soffrendo questa fase in cui il consumatore predilige prodotti più 'basici' tralasciando prodotti più sfiziosi come può essere un mango via aerea”.

L’analisi del Centro Sud

Valter Arcangeli, titolare della ditta Siwa che opera all’interno del Car di Roma, ci illustra l’andamento di questa settimana. “Siamo in una fase fiacca, commercialmente parlando, come ogni fine mese che si rispetti. Nella nostra piazza si sente la mancanza della ristorazione che ha sempre assorbito volumi importanti. Basti pensare al carciofo, fra i simboli della cucina romana, che solo negli ultimi giorni ha conosciuto un rialzo delle quotazioni che oscillano fra i 25-35 centesimi a capolino, a differenza delle ultime due settimane che sono state un bagno di sangue con prezzi veramente bassi. Fortunatamente il freddo nelle zone di produzione italiane ha rallentato la raccolta degli asparagi consentendoci negli ultimi due giorni di alzare il prezzo da 3 a 4,50 euro il chilo. Per quanto riguarda le fragole, per ora i prezzi sono stazionari fra 1,50 e 2,50 euro il chilo, ma nelle prossime settimane fra la piena produzione della Campania e l’ingresso delle raccolte al Nord Italia si prevede un mercato pesante”.



Al Mercato ortofrutticolo di Fondi, dopo un inizio settimana opaco, gli operatori confidano in un fine settimana migliore. “Speriamo che giovedì (oggi per chi legge) dia respiro ad una settimana fino ad ora negativa - illustra Mariano di Vito titolare della ditta Mafalda - caratterizzata da scambi ridotti e quotazioni in calo per la produzione orticola fondana. Si difendono le zucchine, esitate fra 1,60 e 2 euro il chilo, viceversa altre colture locali come il sedano, non superano i 50 centesimi il chilo”.

“Anche al mercato ortofrutticolo di Vittoria si sta assistendo ad una fase di abbassamento generale dei prezzi dopo i rialzi della scorsa settimana, probabilmente a causa di maggiori arrivi dall’estero”, sintetizza Giorgio Puccia, presidente dell'associazione locale dei grossisti. Attualmente i prezzi di pomodori e peperoni - prosegue il grossista - mostrano un calo nell’ordine dei 40 centesimi il chilo. Speriamo nei prossimi giorni di contenere le perdite anche se è in questo periodo è impossibile fare previsioni, in quanto la domanda può cambiare repentinamente da un giorno all’altro”.

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